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Aborto: a Biden mancano i voti per un dietrofront

Da Washington Marco Liconti, corrispondente de La Presse

2 lug 2022

Washington - Joe Biden non ha fatto in tempo a godersi i successi europei del G7 in Germania e del vertice Nato in Spagna, dove ha riaffermato il ruolo degli Stati Uniti nel confronto tra Occidente, Russia e Cina, che al suo ritorno a Washington ha dovuto subito confrontarsi con la complicata agenda politica interna.

A tenere banco è ancora la decisione della Corte Suprema in tema di aborto, che si sta rivelando per Biden la questione forse più spinosa della sua Presidenza. Biden viene criticato dall'ala progressista del suo partito, che lo accusa più o meno apertamente di non aver reagito con sufficiente energia alla decisione della Corte, che ha di fatto ridisegnato la mappa degli Stati Uniti, divisi ora tra stati antiabortisti e stati dove l'interruzione di gravidanza è legale.

Per ripristinare il diritto di scelta delle donne in tutto il Paese, ripete Biden, è necessaria l'approvazione di una legge del Congresso. Ma ora, per i Democratici, i numeri non sono sufficienti. Al Senato servono almeno 60 voti, sui 100 seggi di cui è composta l'Assemblea. Nell'attuale Congresso, al partito del presidente mancano 10 voti. Oppure, per aggirare questo ostacolo, occorre modificare le attuali norme parlamentari sull'ostruzionismo, che non consentono l'approvazione di determinate leggi a maggioranza semplice.

Il presidente, che su questo punto si era sempre mostrato cauto, ha ora dato il suo consenso politico. Ma anche per modificare la cosiddetta regola della 'filibuster', ai Democratici mancano attualmente due voti. Ecco allora che le elezioni di novembre diventeranno il vero spartiacque per la Casa Bianca, con un presidente che però appare impietosamente debole nei sondaggi. Tutto questo, dopo un'altra decisione della Corte Suprema, che in settimana ha bocciato una legge di Biden in tema di tutela dell'ambiente e lotta ai cambiamenti climatici, smontando un altro cardine della sua Presidenza.

Marco Liconti

corrispondente de La Presse


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