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Crisi ucraina: colloquio Blinken – Lavrov. Draghi e Putin: "Impegno comune per una soluzione durevole"

1 feb 2022

La partita, delicata, si gioca ancora sul piano della diplomazia, tra botta e risposta provocatori tra Mosca e Washington e tentativi di ricucire gli strappi. Il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi in mattinata ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. Draghi ha sottolineato l'importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni sull'Ucraina alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della situazione. Sono stati concordati un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole e l'esigenza di ricostruire un clima di fiducia. Putin - riferisce l'agenzia Tass – ha anche confermato l'intenzione di Mosca di "continuare a sostenere stabili forniture di gas all'Italia".

Nel pomeriggio l'incontro dello “zar” con il premier ungherese Viktor Orban: “C’è bisogno di colloqui, di negoziati - ha detto - accolgo con favore il dialogo tra la Russia e i nostri alleati occidentali. Le sanzioni – ha chiarito - sono uno strumento destinato a fallire”.



Esiti non troppo chiari invece sul colloquio telefonico tra il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov e il Segretario di Stato Usa Antony Blinken: da una parte quest'ultimo che avrebbe sollecitato Mosca "a perseguire la via diplomatica", chiedendo "una immediata de-escalation russa e il ritiro delle truppe e dell'equipaggiamento militare dai confini ucraini", con l'ammonizione di “conseguenze rapide e severe” nel caso di "una ulteriore invasione dell'Ucraina"; dall'altra la posizione del ministro russo secondo il quale - come riporta ancora la Tass - gli Usa avrebbero convenuto la possibilità di avviare negoziati in merito alle garanzie di sicurezza chieste da Mosca.

Lavrov che nel frattempo ha inviato una lettera a tutti i colleghi dei Paesi Osce, in merito alla crisi in atto. Intanto il governo britannico ha offerto all'Ucraina aiuti per 88 milioni di sterline come parte del tentativo di promuovere la stabilità nel Paese e ridurre la dipendenza dall'energia russa. L'annuncio mentre il premier Boris Johnson a Kiev incontrava il presidente Volodymyr Zelensky.




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