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Emirati Arabi: attesi 50.000 turisti israeliani

29 nov 2020
Emirati Arabi: attesi 50.000 turisti israeliani
Emirati Arabi: attesi 50.000 turisti israeliani

Si comincia a sentir parlare ebraico per le strade di Dubai: grazie agli accordi Abraham siglati lo scorso settembre e alla normalizzazione dei rapporti tra Emirati Arabi ed Israele, questa settimana è arrivato il primo aereo commerciale Fly Dubai da Tel Aviv e per dicembre, con 300 voli complessivi, sono attesi ben 50.000 turisti israeliani. Una boccata di ossigeno per la città, che vive perlopiù di turismo, e che in piena pandemia, con regole di sicurezza molto strette (tra le quali tamponi obbligatori per chi entra nel Paese) prova a ripartire.

E nello sforzo che stanno compiendo gli Emirati per risollevare l'economia, dopo la riforma delle leggi sul diritto di famiglia, nei giorni scorsi ne è stata annunciata un'altra, altrettanto importante, accolta con entusiasmo soprattutto dalla comunità expat e in vista di Expo 2020 Dubai: le società operanti negli Emirati Arabi potranno d'ora in avanti essere al 100% di proprietà straniera, senza l'obbligo di avere un partner emiratino. Finora, eccezion fatta per le free zone, gli imprenditori stranieri non potevano infatti possedere più del 49% di un'azienda. L'obiettivo, come ha dichiarato il Primo Ministro e Sceicco di Dubai, è di attrarre nuovi capitali da tutto il mondo, fornendo "un ambiente legislativo favorevole" per gli investimenti. Gli emendamenti, in vigore dal primo dicembre 2020, permettono dunque agli investitori di creare le proprie società senza coinvolgere azionisti locali. Il nuovo decreto elimina anche altri ostacoli, tra i quali l’obbligo di una quota di maggioranza di cittadini emiratini all’interno dei consigli di amministrazione

Ma altre due importanti novità sono state rese pubbliche in questi giorni: l'inizio dei lavori di un tunnel di 16 chilometri, sulle montagne rocciose tra Dubai e Fujairah, da cui passerà la prima rete ferroviaria del Paese, 1200 chilometri che collegheranno il Golfo di Oman al Golfo Persico, fino al confine con l'Arabia Saudita. E l'annuncio che ad Abu Dhabi, attraverso il Consorzio Hope, che unisce il Dipartimento della Salute, Etihad Cargo e l'Abu Dhabi Ports Company, è già attivo un hub per la distribuzione dei diversi vaccini contro il Covid-19. Da qui, posizione strategica di collegamento tra Occidente ed Oriente, è stato annunciato che passeranno oltre sei miliardi di fiale entro la fine dell'anno, numeri che si triplicheranno entro la fine del 2021.


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