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Gaza: Borrell accusa Israele di utilizzare la fame come “arma di guerra”; dura la replica

Si ipotizzano intanto nuovi negoziati a Doha. Oggi un colloquio tra Biden e Netanyahu, che ha ribadito come lo Stato Ebraico resti determinato a raggiungere “tutti gli obiettivi del conflitto”

18 mar 2024

Come un miraggio l'accordo per un cessate il fuoco: apparentemente all'orizzonte, ma sempre sfuggente. Gli ultimi rumors parlano di un nuovo round negoziale di almeno due settimane a Doha: crocevia di ogni mediazione. Sul tavolo, si dice, una tregua di 42 giorni, in cambio del rilascio di 40 ostaggi: donne, bambini, anziani, malati. Significativo come fonti israeliane prevedano un coinvolgimento di Yahya Sinwar; in che modo non è chiaro, essendo da mesi un fantasma il capo di Hamas nella Striscia: nascosto nel dedalo di tunnel ancora intatti, forse; c'è pure chi lo aveva dato per morto.

Di certo è nella “kill list” dello Stato Ebraico; le cui forze armate, nelle scorse ore, avrebbero preso il controllo dell'ospedale al-Shifa di Madinat Ghaza. Rivendicata la cattura di 80 sospetti e l'eliminazione di un operativo di alto profilo della fazione islamista. Nella struttura pare avessero trovato rifugio anche migliaia di sfollati. Ignote le conseguenze. Nell'ormai consueta nebbia di guerra Hamas ha parlato di “massacro”. Dall'altra parte, sul piano tattico, si desume implicitamente come nel nord della Striscia operino ancora nuclei di resistenza; quando ormai tutte le attenzioni erano su Rafah. E ciò suscita interrogativi su quanto sia realistico, per Tsahal – che già conta 250 caduti -, l'obiettivo di eradicare completamente i gruppi armati da Gaza. Dove il bilancio delle vittime, secondo le autorità locali, è ormai prossimo a quota 32.000.

E la situazione umanitaria è catastrofica, tanto che la FAO prevede carestie entro il prossimo maggio, in alcune aree. Mentre l'Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi denuncia la distruzione di oltre 150 delle proprie strutture, nel corso del conflitto; e l'uccisione di 400 addetti. Durissimo oggi l'Alto Rappresentante UE; che ha accusato lo Stato Ebraico di utilizzare la fame come “arma di guerra”; definendo Gaza un “cimitero a cielo aperto”. E' tempo che Borrell “finisca di attaccare Israele”, ha replicato seccamente il Ministro degli Esteri Katz; insistendo sul diritto all'autodifesa, dopo i massacri del 7 ottobre. Ma giorno dopo giorno cresce, a livello internazionale, il rischio isolamento; anche alla luce di ciò che sta accadendo in Cisgiordania.

Eloquenti i segnali provenienti da Washington; anche se l'appoggio militare, di fatto, non sarebbe mai venuto meno. Biden è infine tornato oggi a parlare con Netanyahu; per discutere - ha riferito la Casa Bianca - gli ultimi sviluppi in Israele e a Gaza, e gli sforzi “per aumentare l'assistenza umanitaria nella Striscia”.






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