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Gaza: nuovo round negoziale previsto per domani in Egitto; nella Striscia proseguono i combattimenti

In mattinata la notizia del ferimento di osservatori ONU nel sud del Libano

30 mar 2024

Si continua a trattare, nonostante tutto. Rilanciata da vari media la notizia di una ripresa dei negoziati indiretti – domani, al Cairo – tra Hamas e Stato Ebraico; seppure resti al momento una chimera l'ipotesi di un accordo per una tregua ed il rilascio di ostaggi. Che qualcosa a livello diplomatico si stia muovendo sarebbe confermato anche dal parziale disgelo sull'asse Stati Uniti-Israele. Dopo l'astensione americana che aveva permesso il via libera - in Consiglio di Sicurezza ONU - alla risoluzione sul cessate il fuoco a Gaza, un Netanyahu infuriato aveva annullato i colloqui ad alto livello previsti a Washington per questa settimana. In realtà si tratterebbe solo di uno slittamento: gli incontri – ha successivamente riferito la CNN – potrebbero aver luogo già lunedì. Sul tavolo la paventata offensiva israeliana su Rafah.

La Casa Bianca, come è noto, insiste affinché si valutino opzioni alternative ad un'operazione di terra su larga scala. Visto l'abnorme numero di sfollati concentrati nei pressi del valico verso l'Egitto, infatti, le conseguenze potrebbero essere potenzialmente catastrofiche; e politicamente inaccettabili per l'alleato di oltreoceano. Nel frattempo infuriano gli scontri in vari settori dell'exclave. Anche a nord, dove Tsahal ha rivendicato l'uccisione di 3 operativi di alto profilo di Hamas nella zona dell'ospedale al-Shifa. Nelle stesse ore, in un comunicato dei gruppi armati palestinesi, veniva respinta la proposta attribuita ad Israele di un invio di forze arabe per amministrare Gaza. Combattimenti, insomma, senza soluzione di continuità, a fronte di una situazione umanitaria da tempo compromessa. L'OMS chiede l'immediata evacuazione di 9.000 persone ricoverate nelle poche strutture sanitarie che ancora operano al minimo della capacità. Manca l'essenziale nella Striscia.

La Mezzaluna Rossa ha riferito della morte di almeno 5 persone, per la calca, durante una distribuzione di aiuti. Alcuni testimoni avrebbero udito “spari di avvertimento”. Sullo sfondo il costante rischio di un allargamento del conflitto. Feriti, dall'esplosione di un ordigno, nel sud del Libano, 3 peacekeeper dell'ONU ed il loro interprete; mentre pattugliavano la Linea blu di demarcazione con Israele. Tsahal ha negato ogni responsabilità; fonti di Beirut hanno tuttavia ricondotto l'attacco all'azione di un drone dello Stato Ebraico.





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