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Gaza: rocambolesco blitz israeliano a Rafah per liberare due ostaggi. 100 i morti, denuncia Hamas

Oggi Hamas ha tuttavia parlato della morte di 3 dei rapiti israeliani che - secondo la fazione islamica - erano rimasti feriti in attacchi precedenti. Con Andrea Santangelo, storico militare, un'analisi della strategia israeliana

12 feb 2024

Azione audace, quella compiuta nel cuore di Rafah da elementi dell'esercito, Shin Bet, e polizia; e che ha portato alla liberazione di due persone rapite il 7 ottobre. Un selvaggio scontro urbano avrebbe accompagnato l'esfiltrazione degli ostaggi. Di 60 e 70 anni; entrambi sarebbero in buone condizioni. Il disimpegno sarebbe stato coperto da pesanti raid aerei. “Un massacro di bambini e civili”, ha tuonato Hamas; che ha denunciato la morte di un centinaio di persone, aggiornando il bilancio delle vittime a Gaza a quota 28.340.

Numeri non confermati in modo indipendente, ma che scuotono la comunità internazionale; anche per la disastrosa situazione umanitaria nella Striscia. Il Governo Netanyahu pare tuttavia refrattario a qualsiasi pressione esogena. Piuttosto la liberazione manu militari di ostaggi, potrebbe incentivare l'Esecutivo ad insistere sull'obiettivo della “vittoria totale”, confermando l'offensiva di terra nell'estremo sud dell'exclave: prospettiva definita oggi “terrificante” dall'ONU. “Soprattutto dalla destra religiosa più estrema vi sono pressioni per avere il completo controllo di Gaza”, sottolinea lo storico militare Andrea Santangelo. Obiettivo piuttosto difficile da raggiungere, spiega, perché comporta l'ingresso “in aree attualmente occupate da circa 2 milioni di civili”; che devono essere evacuati, ma “non si sa dove” poiché l'Egitto ha chiuso la frontiera. “In più – ricorda Santangelo - ci sono ancora almeno 5 o 6 battaglioni di Hamas a piena forza, più tutta la rete di tunnel del sud della Striscia di Gaza che ancora non è stata intaccata”.

A dimostrazione di ciò il numero dei caduti tra le fila di Tsahal: 229 ad oggi. Da considerare poi il rischio isolamento; non solo nel quadrante mediorientale. A invocare una tregua in queste ore anche il Ministro britannico Cameron. Oggi la visita di Rutte a Gerusalemme, ma proprio nei Paesi Bassi è in corso una battaglia legale sullo stop alla fornitura di componentistica per gli F-35. L'Alto Rappresentante UE ha rimarcato come le accuse all'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi vadano provate; Borrell si è poi rivolto alla Casa Bianca, suggerendo una ricetta a fronte dell'elevato numero di vittime civili a Gaza: “meno armi” allo Stato Ebraico. Oltreoceano si parla di un Biden sempre più furibondo con il Premier israeliano.

Nel servizio l'intervista ad Andrea Santangelo (storico militare)





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