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Iran aumenta la produzione di uranio, il silenzio Usa preoccupa Israele

La corrispondenza settimanale di Massimo Caviglia

4 nov 2019
Nel box, Massimo Caviglia
Nel box, Massimo Caviglia

Mentre, nonostante la repressione, continuano le proteste dei dimostranti libanesi e iracheni contro la presenza iraniana nei loro Paesi, e Teheran annuncia la più importante violazione dell’accordo sul nucleare, attivando nuove centrifughe 50 volte più veloci di quanto consentito, Israele è di nuovo sotto attacco di 10 missili lanciati da Gaza, di cui 7 sono stati intercettati in volo ma uno ha colpito in pieno una casa a Sderot. Responsabile del lancio dei razzi è Abu al Atta, comandante della Jihad islamica nella Striscia e braccio armato di Teheran che gli fornisce missili sempre più sofisticati. Forte del disimpegno statunitense dalla Siria e del lassismo nel rispondere agli attacchi, come accaduto per l’abbattimento del drone americano e per il bombardamento agli impianti petroliferi sauditi, negli ultimi 2 mesi l'Iran ha aumentato di 10 volte la produzione di uranio, portandola a 5 kg. al giorno, come dichiarato dallo stesso direttore dell'organizzazione per l'energia atomica di Teheran. Il silenzio degli Stati Uniti sulle recenti mosse iraniane preoccupa molto Israele, e il premier Netanyahu sta tentando di sollecitare il Presidente americano Trump a mantenere viva la pressione militare e le sanzioni economiche nei confronti del regime degli ayatollah perché – ha dichiarato – “la sfrontatezza dell'Iran nella regione sta aumentando a causa della mancanza di risposte”. E i missili di Teheran posizionati nello Yemen e puntati da sud contro Israele impensieriscono quanto quelli schierati da Hezbollah al nord, e quanto la decisione di Trump di volersi smarcare dal pantano mediorientale.

Il corrispondente,
Massimo Caviglia


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