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Israele: giovedì il voto di fiducia del nuovo governo Netanyahu

26 dic 2022

Durante la messa di mezzanotte a Betlemme, nella chiesa adiacente a quella della Natività, nel corso dell’omelia il Patriarca latino Monsignor Pizzaballa, di fronte al Presidente palestinese Abu Mazen, ha criticato l’aumento della violenza in Terrasanta, sottolineando come il dialogo ceda il passo all’odio a causa della mancanza di fiducia, mettendo a repentaglio i fragili equilibri raggiunti. Ha inoltre biasimato la crescente durezza nel linguaggio dei nuovi politici israeliani.

Anche il Presidente israeliano Herzog si è detto turbato dalle parole di alcuni esponenti di estrema destra, che potrebbero minare i valori fondamentali dello Stato ebraico. Il Primo Ministro designato Netanyahu ha avvisato il Presidente, pochi minuti prima della scadenza del mandato, di essere riuscito a formare un governo. Il capo del Parlamento ha quindi informato la Knesset, e ora Netanyahu ha sette giorni prima del voto di fiducia, che si terrà probabilmente giovedì.

La sua coalizione comprende sei partiti: il Likud di destra, due partiti ultraortodossi e tre di estrema destra. Il Presidente russo Putin ha telefonato a Netanyahu e si è congratulato con lui per la vittoria alle elezioni e la formazione del nuovo governo. I due leader hanno discusso una serie di questioni: Putin vuole impedire che Israele fornisca armi all’Ucraina, mentre Netanyahu è determinato a impedire all'Iran di ottenere da Mosca missili ipersonici, armi nucleari e di stabilire basi militari in Siria e Libano.

Il Ministro della Difesa uscente Gantz ha dichiarato che “è il momento di fare pressioni sull'Iran per ottenere un migliore accordo nucleare o colpire le sue centrali”. Gli ha fatto eco il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, presentando un piano di attacco che prende di mira gli impianti nucleari e le infrastrutture iraniane.

Infine una nota di speranza se non di pace: in Vaticano, in udienza privata da Papa Francesco, le famiglie di due soldati israeliani caduti, e di due civili affetti da disturbi mentali, tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza, hanno chiesto a Papa Bergoglio di aiutarli ad ottenere la restituzione dei corpi dei loro parenti. Il Papa ha espresso la sua vicinanza e ha annunciato l’impegno ad aiutare le famiglie “rivolgendosi ai leader del mondo islamico”.

Massimo Caviglia





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