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Stoltenberg: sia consentito a Kiev di utilizzare le armi occidentali per colpire la Russia

L'intervento del Segretario NATO all'indomani delle dichiarazioni di Putin circa un'ipotetica soluzione negoziata del conflitto in Ucraina

25 mag 2024

Difficile ignorare i segnali lanciati ieri dal Cremlino; e preceduti da uno scoop della Reuters che aveva citato fonti con un accesso all'entourage presidenziale. Putin ha poi precisato di essere pronto a trattative che partano dalla “realtà che si è creata sul terreno”, e che abbiano come base la bozza discussa ad Istanbul nel marzo 2022: quando il conflitto era da poco iniziato, e pareva imminente una cessazione delle ostilità. Che sia tattica – quella del Presidente russo -, o reale disponibilità al dialogo, è oggetto di speculazioni. L'effetto è stato comunque quello di spostare la palla in campo occidentale, e il commento del Segretario generale della NATO pare aver sgombrato il campo da ogni equivoco. Stoltenberg ha infatti sollecitato i Paesi dell'Alleanza – che forniscono armi a Kiev – a porre fine al divieto di usarle per colpire obiettivi militari in territorio russo. Non solo; poche ore prima l'annuncio – da parte del Segretario di Stato americano Blinken - di nuove forniture belliche, all'Ucraina, per 275 milioni di dollari. Da qui il commento dell'Ambasciatore russo negli Stati Uniti: “Washington – ha detto Antonov - non vuole la pace in Europa. Sta facendo di tutto per prolungare il conflitto”. Dall'altra parte la reazione di Zelensky: ieri a Kharkiv, bombardata più volte negli ultimi giorni. A suo avviso le aperture di Putin avrebbero come obiettivo quello di “disturbare” il Vertice che si terrà in Svizzera a giugno. Al quale peraltro Mosca non è stata invitata; pur dovendosi in teoria parlare di una soluzione negoziata al conflitto. Nel corso del quale – secondo le autorità ucraine – la Russia avrebbe già perso, tra uccisi e feriti, oltre 500.000 soldati. Nessuna conferma indipendente; riserbo, invece, sulle perdite dei propri militari. Il dato in assoluto più sensibile in simili guerre di logoramento. Ed è proprio il gap numerico di truppe al fronte – secondo vari analisti - il problema principale, in questa fase, per il Paese aggredito. Tanto che anche Kiev – come prima Mosca – ha infine aperto all'arruolamento di detenuti su base volontaria.





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