Logo San Marino RTV

Ucraina: in preparazione “piano d'emergenza” UE su forniture gas

Sempre più duro l'impatto della crisi ucraina sulle economie del Vecchio Continente. Sui campi di battaglia del Donbass, intanto, attesa per la nuova offensiva russa

6 lug 2022

Molti analisti considerano il conflitto in Ucraina una guerra per procura, de facto, tra Occidente e Russia. Con il rischio di pericolose escalation, come dimostra il dossier Kaliningrad: al momento “congelato”; con l'UE impegnata a trovare una via d'uscita ad una situazione potenzialmente esplosiva. Lo stesso copione si è riproposto successivamente; quando Mosca ha accusato Oslo di bloccare il transito di mercantili verso un insediamento - nelle Isole Svalbard – abitato da minatori russi e ucraini. Una nuova cortina di ferro, insomma, dal Mar Glaciale Artico al Mar Nero; e in un quadro simile è difficile ipotizzare – in tempi ragionevoli – concreti negoziati per porre fine ai combattimenti in Ucraina.

Tutto ciò sta impattando in modo profondo sulle economie europee; e c'è chi teme ripercussioni sulla stessa tenuta sociale. Prevedibili, visto il braccio di ferro sulle sanzioni, nuovi tagli ai flussi di gas da parte di Mosca. Ursula von der Leyen ha evocato oggi anche lo scenario peggiore: un'interruzione completa delle forniture. Per questo – ha sottolineato - la Commissione sta lavorando ad un piano di emergenza europeo, che sarà presentato “entro la metà di luglio”. A porre un argine ad una possibile – devastante - crisi immediata in ambito UE, il Governo norvegese; che in queste ore ha interrotto d'autorità lo sciopero dei lavoratori del settore petrolifero e del gas. Altro dato pesante è quello dell'inflazione: cresciuta al 9,6%, a maggio, in zona OCSE. E poi la “battaglia del grano”.

Nell'incontro di ieri con Draghi, Erdogan aveva auspicato il raggiungimento di un accordo tra Kiev e Mosca – con la mediazione di Ankara, e sotto l'ombrello dell'ONU – entro 10 giorni. Il Presidente turco ha poi puntato il dito contro la Grecia, sulla questione dei migranti. Nuove frizioni con Atene, insomma; situazione da tenere monitorata. Nulla di paragonabile, ovviamente, con quanto sta accadendo nel Donbass. Dopo la spallata russa, che ha portato alla totale conquista del Lugansk, si registrano azioni di “ricognizione armata” nelle zone del Donetsk in mano ucraina; nell'area di Sloviansk piccoli attacchi localizzati, che sarebbero stati respinti dalle forze di Kiev. L'impressione è che le truppe del Cremlino – prima della nuova offensiva - stiano “saggiando il terreno”, alla ricerca di eventuali falle nelle linee difensive.





Riproduzione riservata ©