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Ucraina: stampa libanese prospetta iniziativa emiratina, su richiesta del Papa, per un incontro Putin-Zelensky

Potente esplosione, nelle scorse ore, in una cittadina a 70 chilometri di Mosca. Versioni contrastanti sull'accaduto

9 ago 2023

Grande attenzione alla tenuta del fronte interno, a Kiev, nel momento di massimo sforzo sui campi di battaglia. Da Zelensky un appello all'unità. “Vogliamo tutti una cosa – ha scritto -: la vittoria dell'Ucraina”. Ma la cavalcata immaginata alla vigilia della controffensiva, si è tramutata in realtà in uno stillicidio di battaglie di logoramento; con il rischio latente di un progressivo disimpegno del supporto occidentale. E' l'obiettivo di Mosca; che paventa ulteriori escalation, qualora il blocco NATO continui ad investire risorse nell'appoggio al Paese aggredito. E ciò dopo l'annuncio di Washington circa un nuovo invio di armi, entro la settimana. Si punta evidentemente a rompere lo stallo. Milblogger russi hanno parlato di un tentativo ucraino – poi respinto - di creare una testa di ponte al di là del Dnepr, all'altezza di Kherson. Nessuna conferma da Kiev. Elemento centrale, di questa guerra, la narrazione; così come le operazioni in profondità, per minare il morale del nemico.

Ormai quotidiani gli strike sulla Crimea e gli allarmi a Mosca; il Ministero della Difesa ha riferito dell'abbattimento di altri due droni. Almeno un morto e decine di feriti, invece, in una cittadina a 70 chilometri dalla Capitale. Le autorità hanno parlato di un'esplosione in un deposito di fuochi d'artificio, dovuta – è stato detto – ad un “fattore umano”. Ma è giallo. Il Governo ucraino – richiamando la prima versione russa - sospetta piuttosto una deflagrazione ad un impianto ottico-meccanico dove si producono attrezzature per l'esercito. Difficile distinguere realtà e propaganda; specie su temi tabù, come il rischio di una catastrofe nucleare. I russi accusano Kiev di aver tentato, con un drone, di colpire i depositi di stoccaggio del combustibile esaurito presso la centrale di Zaporizhzhia. Per il resto una sostanziale stasi – seppure sanguinosa -, lungo tutto il fronte. E l'impressione che nessuno dei belligeranti abbia la forza, in questa fase, di assestare un colpo decisivo. Condizioni teoricamente favorevoli a progressi diplomatici.

Sarebbe però una svolta clamorosa, quella riferita dal quotidiano libanese L'Orient-Le Jour: il Presidente degli Emirati Arabi Uniti avrebbe intenzione di organizzare – su richiesta del Papa – un incontro tra Putin e Zelensky in occasione della Cop28 di Dubai di fine novembre. Una grande conferenza di pace – questa l'idea -, per ottenere un cessate il fuoco e far ripartire il dialogo. L'iniziativa di Francesco – secondo quanto riportato – sarebbe stata già discussa “con numerosi paesi europei”, ed accolta con favore da Washington.





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