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USA: ottimo il mercato del lavoro, ma è alto il rischio recessione per l'economia

9 lug 2022

Washington - L'andamento record del mercato del lavoro, la disoccupazione ai minimi storici e l'aumento medio dei salari non fugano del tutto i dubbi sul rischio di una possibile recessione per l'economia americana. Secondo i dati resi noti venerdì, a giugno negli Stati Uniti sono stati creati altri 372mila posti di lavoro, al di là delle aspettative degli analisti. Per il presidente Joe Biden si tratta di un segnale evidente del buono stato di salute dell'economia, ma in realtà la forte domanda di lavoro da parte delle aziende nasconde un'insidia: quella dell'inflazione.

Per attrarre il personale, le aziende offrono stipendi più alti, riversandone il costo sul prezzo finale dei loro beni e servizi, contribuendo così alla spirale inflattiva, già alimentata dai prezzi fuori controllo dell'energia. Ecco allora che si fa sempre più concreta la prospettiva che la Federal Reserve, per raffreddare l'inflazione, possa aumentare nuovamente i tassi di interesse di altri 75 punti base, rallentando il ciclo economico. Una decisione che avrebbe conseguenze non solo sull'economia americana, ma anche su quella europea, che vede una parità ormai prossima tra dollaro ed euro. Che l'inflazione, che attualmente è all'8,6%, il dato più alto da 41 anni, sia in cima alle preoccupazioni degli americani è chiaramente indicato dai sondaggi.

L'aumento dei prezzi è al primo posto tra i problemi percepiti, ben più delle altre questioni al centro del dibattito politico di queste settimane, come la violenza da armi e l'aborto. Una situazione che per Biden si traduce in un indice di approvazione di appena il 36%, con quasi 6 americani su 10 che disapprovano la sua azione. Una percentuale che potrebbe peggiorare ancora, quando la prossima settimana sarà reso noto il nuovo dato dell'inflazione. Ad appena quattro mesi dalle elezioni di medio termine di novembre, si tratta di un campanello d'allarme preoccupante per la Casa Bianca, che perdendo la già debole maggioranza di cui attualmente dispone al Congresso, vedrebbe compromessa la sua azione politica in vista delle presidenziali del 2024.

Da Washington, il corrispondente LA PRESSE Marco Liconti





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