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Accordo con l'Ue, Beccari rassicura: "Lettera alla Commissione era interna, chiuderemo negoziato"

L'Aula ribadisce appoggio trasversale al negoziato. Dalle opposizioni c'è comunque chi invita a non sottovalutare la missiva e chi parla di "parole pesanti"

di Mauro Torresi
6 set 2023

Il segretario agli Esteri, Luca Beccari, torna a rassicurare sul proseguimento dell’Accordo di associazione con l’Ue. La trattativa va avanti e l’accordo andrà chiuso entro l’anno, viene ribadito in una giornata attesa, sul piano politico, con la convocazione della Commissione mista Esteri e Finanze richiesta dalle opposizioni.

Al centro del dibattito politico degli ultimi giorni, infatti, la lettera di tre presidenti di organismi regolatori europei indirizzata alla Commissione Europea dove si metteva in guardia da rischi di riciclaggio derivanti dai rapporti più stretti di Bruxelles con San Marino, Monaco e Andorra.

Si trattava di una missiva "interna", spiega in Aula Beccari in uno dei passaggi principali del suo riferimento. San Marino, sostiene il segretario, così come gli altri due Paesi, non ha mai chiesto di entrare a condizioni diverse da quelle degli Stati membri. Nell’ambito del negoziato si sta pensando a un meccanismo ad hoc basato sul modello europeo, con regole specifiche. Si dovrà vedere, dunque, quale sarà la proposta della Commissione, anche in merito a chi svolgerà la vigilanza.

L’obiettivo di concludere il negoziato è stato confermato dalla stessa Commissione, come ricordato da Beccari. In Aula anche il segretario alle Finanze Marco Gatti che, a supporto del collega agli Esteri, afferma che San Marino è già “completamente allineato” per alcuni meccanismi come quello dei pagamenti. Il settore bancario invece è “più indietro”. Quindi l’obiettivo è lavorare per stare sui mercati “alle condizioni europee”.

Tra le opposizioni diverse sensibilità. Repubblica Futura ribadisce appoggio al negoziato, ma allo stesso tempo invita a non sottovalutare la lettera. Il partito esorta poi a fare attenzione, perché altri Stati o lobbies potrebbero opporsi all’ingresso dei tre piccoli Paesi, e a coinvolgere tutte le forze politiche sul tema. Per Libera, che si dice sinceramente favorevole all’avvicinamento all’Ue, sul settore bancario e finanziario si gioca “una delle partite cruciali”. “Le banche sono pronte?”, si chiede il partito. Diversa lettura da Matteo Zeppa di Rete che spiega di parlare con un approccio “laico” e a titolo personale. Per Zeppa nella lettera si leggono “parole pesanti” e che lasciano “amarezza”, a maggior ragione se scritte da enti regolatori. “Perché è uscita ora?”, si domanda.

Anche dalla maggioranza diversi gli interventi. All’interno del Pdcs c’è chi si chiede quali “conseguenze” potrebbe avere la missiva, anche se interna, e chi invita l’Aula a dare un segnale di unione guardando alle opportunità europee. Domani Motus Liberi esorta a valutare l’accordo con la “massima serenità”, una volta concluso. Affiancare San Marino al non rispetto della trasparenza, per Rossano Fabbri di Npr, significa conoscere poco della normativa del Titano in tema di antiriciclaggio. Normativa da “invidiare”, sottolinea.

Al di là di valutazioni e differenti visioni, dalle forze politiche la volontà trasversale di proseguire con l'accordo. La seduta si chiude infatti con l'approvazione - all'unanimità dei presenti - di un ordine del giorno con il quale, tra le altre cose, viene riconfermato il "pieno mandato" al Governo per un accordo "celere e profittevole per la Repubblica". 

In Comma comunicazioni anche un’altra questione centrale per il settore bancario e finanziario: l’operazione di conversione in titoli dei crediti deteriorati seguita da JP Morgan. Le opposizioni invocano trasparenza e presentano un odg per dare mandato al Congresso di riferire in Commissione Finanze sull’avanzamento del progetto e sulla riforma dello statuto di Banca Centrale. Ordine del giorno che sarà votato proprio in Commissione Finanze. Ci saranno anche audizioni, anticipa il Segretario Gatti. “Il Governo ha già fatto la sua parte”, ribadisce. Ora se ne occupano le “parti operative" e Banca Centrale.





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