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Andreoli: le ragioni delle dimissioni

18 giu 2009
Paride Andreoli
Paride Andreoli
Paride Andreoli anticipa i tempi e formalizza le annunciate dimissioni. Irrevocabili, come scrive in una lunga lettera inviata alle redazioni, nella quale si dice vittima di una campagna sotterranea condotta da chi non lo ritiene più adeguato a rappresentare il Psd e, scrive, “mi considera ostacolo ai loro complicati progetti politici” Ma Andreoli va oltre e parla del Partito dei Socialisti e dei Democratici come un “gigante dai piedi d’argilla” costruito in tre anni di quella che definisce una corsa forsennata. Punta il dito su alcuni dei suoi compagni, su quelle componenti che a suo giudizio non riconoscono più la linea definita dal Congresso e ribadita nell’Assemblea Congressuale del 25 marzo scorso. Andreoli traccia i passaggi chiave della sua segreteria: la rinuncia al posto nel Governo del 2007, l’assunzione della segreteria affidatagli all’unanimità, come ricorda, nel congresso del dicembre 2007, la gestione di una fase politica complessa, la sconfitta elettorale, della coalizione, ma la conquista del Psd del ruolo di partito di maggioranza relativa. Proprio a quella data fa risalire la riapertura delle vecchie ruggini, degli attriti fra componenti politiche e culturali del partito che - ammette - forse, in fondo, non si sono mai omogeneizzate e che in alcuni casi mal sopportano le gerarchie di partito e le regole comuni di convivenza democratica". "Posso dire – aggiunge - di aver fatto il massimo per tenere unito un partito, che a pochi anni dalla sua nascita, attraversa una fase molto delicata che potrebbe addirittura minare la sua esistenza".
“Se ho delle responsabilità – aggiunge - intendo assumerle fino in fondo, non mi nasconderò dietro trame oscure che qualche compagno ha tessuto in questi mesi tentando di fare passare il concetto che il problema del PSD fosse Paride Andreoli”. Andandosene sfida i suoi compagni di partito, quelli che credono veramente – scrive – in un progetto innovativo, per lavorare alla costruzione reale di una nuova classe dirigente, che sappia dare le risposte che il paese attende da tempo.
Richiamandosi ai risultati delle elezioni europee evidenzia che il baricentro della politica si sta spostando sempre più verso il centro “un centro di ideali e valori sui quali – dichiara - costruire un modello di società". “Qualche compagno – conclude - crede fermamente che il baricentro del Psd debba essere ancora più a sinistra, rispolverando legami con qualche forza politica dell'attuale maggioranza".

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