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Assestamento di Bilancio: dopo la “battaglia” sulle residenze fiscali non domiciliate, ripreso l'esame dell'articolato

24 ago 2023

Clima teso in Aula, nella notturna di ieri, in occasione dell'approvazione del “pacchetto” normativo sulle residenze fiscali non domiciliate. Approvati, nonostante le forti critiche delle Opposizioni, gli articoli 10 e 11 dell'Assestamento. I lavori sono ripresi in mattinata con un emendamento aggiuntivo di Repubblica Futura – ed un altro in subordine – sul tema del lavoro prestato dagli amministratori di società di capitali; si propone fra le altre cose un dimezzamento dei versamenti contributivi ed un'assunzione a partire dal secondo livello contributivo, e non al livello minimo previsto per le mansioni dirigenziali. Ad essere messo in discussione, insomma, è uno degli effetti del combinato disposto delle riforme previdenziale e del lavoro; si teme infatti che ciò possa costituire un freno per l'avvio di attività, specie quelle che non hanno grandi capitali alle spalle. La questione – è stato ricordato - suscitò rimostranze specie da parte di commercialisti e associazioni di categoria. Contraria RETE, che ha sottolineato come tale proposta riapra il dibattito sulla recente riforma delle pensioni. È stato ricordato come all'epoca vi fossero circa 1.000 società senza dipendenti; si creò allora la figura dell'amministratore operativo, con un'aliquota del 24,5%. Andare a toccare la riforma fatta un anno fa, abbassando una delle maggiori entrate, significa andare ad inficiare una parte della riforma stessa; ed avere 2 milioni in meno di entrate. Dai banchi del Gruppo Misto si è affermato come sia difficile comprendere la ratio dell'intervento normativo che ha portato a questo emendamento. Ricordati da Libera i disagi emersi subito dopo l'approvazione degli articoli sull'amministratore operativo. L'aliquota del 24,5% - è stato osservato – per alcune attività incide pesantemente. Si poteva agire in maniera differente. Anche da un esponente di NPR critiche all'attuale quadro normativo; definito una “reazione di pancia” a realtà societarie senza alcun dipendente. Il Segretario Lonfernini ha ricordato i precedenti dibattiti sul tema ed i relativi chiarimenti. Non c'è una visione distorta dell'economia - ha sottolineato -; ma una visione differente dal contesto di qualche tempo fa e che guarda al futuro, ovvero l'accordo di associazione con l'UE. Il quinto livello per gli amministratori non è dettato da questa legge, ma è un obbligo previsto da qualsiasi legge europea in materia di lavoro. Ricordata comunque la possibilità di adottare decreti da qui a fine anno. Emendamento infine respinto; così come quello in subordine. A seguire un altro di RF aggiuntivo di un nuovo articolo 1; in questo caso il tema è quello della solidarietà familiare: nello specifico il supporto gratuito da parte di familiari, anche in pensione. Si propone di reintrodurre, nella casistica dei beneficiari, anche l'amministratore unico di società di famiglia; con la previsione di un contributo mensile forfettario, per chi si avvale del supporto occasionale gratuito di famigliari, di 100 euro (anziché il 10% della retribuzione media territoriale). Riferite infatti situazione di difficoltà, dopo il varo delle norme attualmente vigenti. Parziale apertura, da parte di una esponente di NPR; che ha sollecitato un approfondimento. Il Segretario Lonfernini ha sottolineato come sia già stato approvato il passaggio sulle deleghe, che permetteranno di intervenire sul tema. Possiamo correggere certe circostanze, ha assicurato. Ribadita comunque la necessità di non creare distorsioni sul tema della concorrenza fra imprese. Sollecitato da Libera un approccio più liberale. Da un esponente PDCS una proposta: ritirare la parte dell'emendamento sulla contribuzione, e porre in votazione invece la possibilità di usufruire di questo strumento per le società di capitali; vista la disponibilità diffusa a ragionare su questo punto. Altri colleghi di partito hanno comunque espresso l'idea di respingere l'emendamento, dando la possibilità al Segretario di Stato di agire tramite delega. Dai banchi di RETE è stato ricordato come su questo tema vi fossero all'epoca punti di vista diversi in seno alla Maggioranza, e si trovò una mediazione. Difesa allora la scelta politica fatta insieme al Segretario Lonfernini. C'è un clima da campagna elettorale, è stato detto. DML ha riconosciuto al Segretario di Stato il merito di aver regolamentato la materia. Ribadita al contempo la volontà di andare incontro alle esigenze delle imprese, non mettendo in difficoltà le famiglie, ma evitando distorsioni. Emendamento respinto. Quello successivo, sempre di RF, propone una ristrutturazione delle attività del Centro di Formazione Professionale; ponendo sotto la competenza del Dipartimento Istruzione le attività scolastiche nel triennio dedicato all'ottenimento del diploma di qualifica. Necessario ad avviso di RETE, riconoscere al CFP la dignità di una scuola a tutti gli effetti. Il Segretario Lonfernini ha anticipato un decreto in via di definizione che va a disgiungere il CFP dall'Ufficio Politiche Attive del Lavoro, riconoscendo a questo istituto la necessaria autonomia; già ristrutturati, inoltre – da un gruppo di lavoro ad hoc -, tutti gli aspetti di carattere didattico; disponibilità – comunque - a concordare un testo condiviso. Materia importantissima, è stato osservato dai banchi di Libera; anche una tendenza verso la professionalità – è stato detto – necessita i percorsi formativi garantiti agli altri ragazzi. Sostegno dunque all'emendamento. Da un esponente del PDCS l'idea della creazione di percorsi diretti con realtà del circondario. Questione più volte dibattuta, è stato detto dai banchi di NPR; necessario che la parte dell'istruzione scolastica passi sotto l'egida del Dipartimento Istruzione, e si possa poi elaborare una proposta che tenga conto delle necessità di avere varie professionalità che mancano in territorio. Enormi le potenzialità del CFP; molte delle quali ancora inespresse. Nell'attuale situazione non vi sono pari opportunità per tutti, è stato dello dalle fila del Gruppo Misto. Emendamento respinto. Si è poi passati ad una proposta di Libera per l'istituzione presso la Camera di Commercio di un Registro degli immobili a disposizione dello sviluppo economico. Da una parte la prospettiva di locazioni o vendite a prezzi calmierati; dall'altro il riconoscimento di agevolazioni fiscali per gli iscritti al registro. Un incentivo allo sviluppo economico, ha sottolineato il proponente. Focus, in un intervento di un membro di NPR, sulla questione degli immobili detenuti dalle banche. C'è stata anche un po' di responsabilità della politica, ha aggiunto un consigliere del Gruppo Misto, ricordando una serie di costruzioni mai terminate; “è un problema di sistema”, è il capitalismo che “crea certi mostri”. Anche un esponente di RETE ha preso spunto dall'emendamento per alcune riflessioni; nell'arco di 8 anni abbiamo assistito ad un raddoppio dei prezzi dell'affitto, ha osservato. Il Governo dovrebbe avviare un censimento degli edifici sfitti utilizzabili per civile abitazione.





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