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C10: accordo di collaborazione "tassello fondamentale", ma occorre "trasparenza totale"

24 set 2014
C10: accordo di collaborazione "tassello fondamentale", ma occorre trasparenza totale
C10: accordo di collaborazione "tassello fondamentale", ma occorre trasparenza totale
La firma dell’accordo sulla collaborazione in materia finanziaria da parte del Parlamento Italiano è sicuramente un tassello fondamentale nell’ottica della definitiva normalizzazione del rapporto Italia - San Marino, ma è anche e soprattutto un passo importante e definitivo per un piccolo Stato che deve perseguire un nuovo sviluppo economico, basato su asset innovativi e trasparenti.

La speranza di tutti è che arrivi a breve anche la firma sul "memorandum" con Bankitalia teso a buttare giù il muro, tutt’ora esistente, fra i mercati finanziari dei due Paesi. Di questo si sta occupando Banca Centrale, alle prese tuttavia in questo momento con ben altri problemi relativi ai suoi vertici che confidiamo non influenzino l’avanzamento dei lavori in questo senso.

Ma se la strada della trasparenza è stata ormai intrapresa, per quale motivo la Segreteria alle Finanze, seguita poi da tutto il Governo, non ha voluto applicare l’ormai tristemente famoso art. 26, ex 19/bis, della Legge di Bilancio 2012?

Articolo, lo ricordiamo per i lettori, proposto da Cittadinanza Attiva, approvato dal Consiglio Grande e Generale, che fino a prova contraria a San Marino dovrebbe essere sovrano, lasciato volutamente lettera morta dal Governo con le scuse più disparate di fantomatici problemi tecnici di applicazione, poi abrogato nella finanziaria successiva con un Diktat della maggioranza.

In fondo l’articolo non chiedeva altro che rendere trasparenti, pubblicandoli su sito web, gli effettivi beneficiari che si nascondono spesso dietro sigle Fiduciarie, delle quote societarie degli Istituti bancari e Finanziari sammarinesi. Istituti, tra l’altro, che negli ultimi anni hanno ricevuto, al fine di evitare il fallimento, milioni e milioni di Euro di contributo da parte di tutti i cittadini.

Solo per questo motivo si renderebbe necessaria una trasparenza totale degli assetti societari, in linea con il principio che chi riceve contributi pubblici deve garantire standard di trasparenza superiori alla norma. Ma se questo non bastasse per convincerci sull’utilità di quell’articolo, ecco che si aggiungono gli atti della magistratura, che parlano di come la compravendita di alcuni Istituti sia stata oggetto di trattative controverse condotte da ex Segretari di Stato oggi agli arresti.

Siamo oggi ancora più convinti che l’applicazione del concetto espresso nell’art. 26, che aveva trovato il consenso della maggioranza dell’aula consiliare, sia necessaria per un corretto svolgimento delle logiche democratiche in questo Paese.

Utile per i decisori politici, al fine di spendere i soldi dei cittadini con maggior consapevolezza. Utile in definitiva per gli stessi cittadini, al fine di valutare in trasparenza l’operato di coloro che hanno eletto a rappresentarli.

Comunicato stampa Civico 10

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