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Dubbi di sindacati e categorie sul tavolo allargato: "Troppi interessi contrapposti"

di Monica Fabbri
3 ott 2019

È un Tavolo allargato che traballa sotto il peso delle perplessità di categorie e sindacati. Con una semplice frase la presidente dell'Usc riassume lo stato d'animo del mondo economico: “fino ad ora solo chiacchiere”. Temiamo – dice Marina Urbinati - che questo tavolo non serva a granché”. Ieri, nell'incontro sul bilancio, sono emersi tutti i dubbi. Il Segretario alle Finanze porta all'attenzione la spesa corrente facendo inalberare i sindacati. Se si parla di tagli – tuona Giuliano Tamagnini – vanno affrontati anche i temi dell'equità e dell'evasione fiscale. Non c'è il tempo materiale – dice - per parlare di tutto. Vale anche per sistema bancario ed npl. Il rischio – avverte - è che ciascuno rivendichi le proprie posizioni in un contesto già di per sé difficile, con una campagna elettorale di fatto già partita. "Siamo disposti a parlare di tutto – ribadisce Giorgia Giacomini dell'Usl – ma stupisce che si sia partiti proprio dal costo della Pa e non dalle banche, come sollecitato dal Fondo Monetario. Stipendi e personale – spiega - vanno affrontati all'interno della contrattazione”. Il timore diffuso è che difficilmente si troveranno condivisioni su problemi che si protraggono da anni e su cui ci sono interessi contrapposti.

Per le categorie, ad esempio, il primo nodo è proprio la spesa corrente. “Oggi – sostiene la Presidente dell'Osla - non si può più parlare di diritti acquisiti”. Indispensabile, per Monica Bollini, reperire risorse per rilanciare l'economia. “Chi dà lavoro e crea reddito – ricorda - sono le imprese”. “Non diciamo di mandare a casa la gente – chiarisce la presidente dell'Usc - ma di rendere la Pa produttiva. Siamo tutti sulla stessa barca che sta affondando. Se continuiamo ognuno nel proprio ruolo a non voler fare sistema - avverte - non andremo da nessuna parte”. L'Unas non nasconde lo scetticismo. “Siamo anche pronti a parlare fin da subito di fiscalità” – chiarisce Pio Ugolini, che però teme che vengano già evidenziati argomenti da non toccare. L'Unas non vuole firmare una cambiale in bianco, oltretutto ad un soggetto che – rimarca - “non esiste”. Del resto, senza un governo, come si può pensare – chiede - di lasciare la ricetta per il futuro? “Il presupposto perché il tavolo funzioni – spiega William Vagnini di Anis - è che ognuno sia disposto a spogliarsi del proprio ruolo”. È un appello alla disponibilità in un momento difficile, in cui la prossima finanziaria dovrà contenere al massimo il deficit. Lunedì è in agenda un nuovo incontro. Sono attesi dalle Finanze ambiti di intervento e idee su come impiegare le risorse per lo sviluppo. Ma le premesse, al momento, non sono delle migliori.


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