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Festa dell'Amicizia: dibattito sulla riforma pensionistica

19 ago 2005
Festa dell'Amicizia: dibattito sulla riforma pensionistica
Sulla necessità di riformare il sistema pensionistico tutti d’accordo. A dividere, semmai, sono i metodi e i tempi. Il dibattito alla festa dell’Amicizia, la cui folta partecipazione ha dimostrato, casomai ce ne fosse bisogno, il grande interesse sul tema e il forte impatto sociale di un intervento in materia di pensioni, ha visto qualche timida convergenza ma anche scontri fra esponenti delle forze politiche, e rappresentanti del modo sindacale ed imprenditoriale. Da una parte la maggioranza, impegnata ad illustrare le linee guida della riforma e la necessità di un intervento tempestivo. “Ogni anno che perdiamo – ha tuonato il segretario alla Sanità, Massimo Rossini – costa ai fondi pensioni e quindi alle casse dello Stato cifre che rischiano di essere sottratte da altri investimenti. La legge presentata in prima lettura – ha aggiunto il responsabile della sanità e sicurezza sociale - è un provvedimento aperto. Fra la prima e la seconda lettura dovrà registrare gli opportuni aggiustamenti'. Per Sante Canducci la legge che si sta costruendo non è per qualcuno, ma deve essere provvedimento per tutti. 'L’imperativo – ha detto – è che la riforma venga coniugata con i principi dell’equità, la solidarietà e la giustizia sociale. La situazione – ha aggiunto – non è drammatica, ma si deve intervenire per evitare il crollo e che il peso ricada tutto sulle nuove generazioni'. Scettico il rappresentante dei sammarinesi per la Libertà, Giuseppe Rossi, per il quale la necessità di intervenire c’è ed è evidente: “Noi – spiega – lo chiediamo da almeno due anni. Ma non giova ad una buona riforma – ha sostenuto – lanciare eccessivi allarmismi'. Per Mario Venturini di Alleanza Popolare prima si sarebbero dovuti mettere in atto altri provvedimenti, come una decisa lotta all’evasione fiscale e contributiva, per consentire a tutti di contribuire in maniera più equa e per evitare di sottrarre risorse ai fondi pubblici. 'Perché – si è chiesto Venturini – gravare solo sui lavoratori, perché non prevedere una contribuzione anche da parte dei pensionati, quelli delle fasce più alte di pensione?”.
Critici su alcuni aspetti i sindacati, rappresentanti da Marco Beccari della Cdls, che mettono in guardia sui rischi di sofferenza dei fondi dei dipendenti e puntano il dito su quelli di artigiani e commercianti, in rosso da troppo tempo. 'Attenzione – dichiara Beccari – a non fare pagare troppo il peso della riforma sui lavoratori. Disponibili a fare la loro parte gli imprenditori'. “Noi – ricorda Carlo Giorgi, direttore ANIS – ci siano già sobbarcati l’onere di un incremento contributivo prevedendo un prelievo a carico del datore di lavoro del 4 per cento. E’ vero – aggiunge – serve anche una riforma fiscale equa, ma soprattutto occorre la responsabilità di tutti per risolvere un problema che non è solo nostro ma di molti altri paesi”.

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