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Giustizia, Il Congresso puntualizza: "pienamente legittime le decisioni del Consiglio Giudiziario"

L'esecutivo si appella a politica e magistratura perché agiscano nelle rispettive competenze, abbandonando le polemiche, per operare nell'interesse dello Stato e dei cittadini. "Il riordino degli incarichi - precisa - è stato deciso dal Prof. Guzzetta"

3 ago 2020

Come annunciato a seguito della lettera inviata alla stampa da 9 magistrati, ma anche dopo il susseguirsi di articoli di stampa italiana focalizzati proprio sullo stato della Giustizia a San Marino, l'Esecutivo risponde.

Definisce “suggestive” le ricostruzioni, rese sia dai 9 togati, sia dai giornali italiani e si richiama alla verità. Torna sul Consiglio Giudiziario Plenario del 24 luglio: “che ha deliberato nel rispetto degli strumenti di legge – scrive il Congresso - l'annullamento d'ufficio di alcune decisioni assunte nel 2018 con la revoca dell'allora Magistrato Dirigente, decisioni allora prese in aperta violazione delle norme vigenti e dei principi sovranazionali in materia”.


Poi il capitolo della redistribuzione degli incarichi in seno al Tribunale, in particolare dei Commissari Buriani e Di Bona: “infondato – per il Governo – asserire che siano stati sottratti alle mansioni inquirenti, infondato lasciar intendere la volontà di depotenziare l'azione giudiziaria che ha fatto emergere commistioni fra politica, imprenditoria, settore bancario”, ricordando che tali spostamenti erano stati decisi nell'aprile 2019 dal Dirigente Guzzetta. Non manca una riflessione su supposti legami fra la redistribuzione degli incarichi e i grossi procedimenti in corso: “Il Commissario Di Bona – scrive il Governo – non ci risulta abbia mai partecipato al pool di inquirenti del processo “Conto Mazzini”, il cui giudice titolare è rimasto invariato”, chiedendo invece “perché proprio quel processo abbia subito rallentamenti nella scorsa legislatura”.

Auspicando che la giustizia proceda nel solco della speditezza dei processi, chiede, anzi, a che punto siano le indagini relative alle “accuse mosse dal Magistrato Dirigente Pierfelici nel Consiglio Plenario che la rimosse, su intrecci fra politica, magistratura e vicende finanziarie annesse”, sulle quali “non è stata ancora fatta luce” ed è ancora pendente una Commissione parlamentare d'inchiesta su Banca CIS.

Torna ai magistrati firmatari negli ultimi tempi di numerose missive, nell'invito al “rispetto della legalità e delle procedure” ricordando come esistano consoni strumenti di ricorso.

Insieme, a Magistratura e politica, l'appello ad agire nelle rispettive competenze, nell'interesse dello Stato, abbandonando le polemiche per garantire “l'integrità della giustizia”.


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