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Legge elettorale, maggioranza: "Nessun blitz, il referendum si farà"

Adesso.sm mette in guardia dalla volontà di ridare ai partiti il potere di decidere con chi allearsi senza il consenso dei cittadini ma - aggiunge - "o si trova l'accordo al tavolo istituzionale o si va al voto"

di Monica Fabbri
15 apr 2019
Legge elettorale, maggioranza: "Nessun blitz, il referendum si farà"
Legge elettorale, maggioranza: "Nessun blitz, il referendum si farà"

“Nessun blitz, il referendum si farà”. Lo ribadisce con forza la maggioranza rispedendo all'opposizione l'accusa di voler evitare la consultazione popolare. Matteo Ciacci ricorda che l'obiettivo del tavolo istituzionale era “scrivere insieme le regole del gioco” evitando, se possibile, il passaggio referendario. “E' lì – afferma il capogruppo di Civico 10 – che si deve trovare la sintesi politica. Altrimenti si va al voto”. Su un punto, però, le posizioni restano lontane. Adesso.sm ritiene infatti imprescindibile che i cittadini scelgano "da chi essere governati e per fare cosa".

L'immaturità della politica ad aggregarsi al primo turno, per Giuseppe Morganti poteva essere corretta con apparentamenti posti al vaglio elettorale. “Su quel tavolo però non è stato possibile neppure parlarne”. Il capogruppo di SSD mette quindi in guardia: “vogliono ridare alle segreterie dei partiti il potere di decidere con chi allearsi in barba ai cittadini, correndo da soli al primo turno per poi tradire l'elettorato con strane alleanze”. Parla di “proposte indecenti” che potrebbero, una volta esplicitate, perdere voti. Per la maggioranza si rischia un ritorno al passato, “a scenari preoccupanti che hanno alimentato una deriva protagonista della cronaca giudiziaria”, commenta Roberto Giorgetti. Anche per lui “il referendum è inevitabile”. La proposta di legge di Adesso.sm – aggiunge - introduce proposte di modifica tutte da approfondire. “Nessuna a scatola chiusa”, come quella che riporta le preferenze da una a tre. Per un confronto, a distanza di tre anni, sui suoi effetti su voto di genere e cordate. Una risposta, per Giorgetti, anche a chi pone il problema in termini di consenso, legati in buona parte – afferma – alla preferenza unica. Poi, chiarisce, il referendum non riguarda questo Governo ma i prossimi. “ Non abbiamo nessun timore a confrontarci con la gente – conclude Ciacci – siamo convinti delle nostre tesi e che faranno breccia nella comunità”.


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