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Paolo Bollini torna nel Psd come indipendente

5 nov 2007
Paolo Bollini
Paolo Bollini
E’ salito a Palazzo Pubblico per la seconda volta, in pochi giorni, per comunicare alla Reggenza la sua scelta definitiva. Dopo aver lasciato il gruppo del Nuovo Partito Socialista, Paolo Bollini, ha deciso di occupare une degli scranni del gruppo consigliare dei Socialisti e dei Democratici.
"Obbligata -dice Bollini- perché dopo quelle accuse del suo Segretario Politico, che definisce ingiuste ed infondate, la convivenza non sarebbero stata più possibile, lo strappo non ricucibile. Del resto non ho ricevuto neppure le scuse e nessun tentativo di riconciliazione, segno che solo così doveva andare. Quelle accuse sono anche infondate perché non ho mai nascosto di lavorare per la formazione di un Centro Sinistra, una coalizione alternativa. Me ne sono andato dal PSD, spiega Bollini, proprio perché non lo vedevo impegnato in questa direzione e oggi torno perché invece il progetto politico adottato con chiarezza mi convince fino in fondo. Casomai dovrà essere il mio segretario a spiegare perché mi ha definito un traditore. Forse lui stava lavorando per qualcosa di diverso?, per una intesa a destra anziché a sinistra?. Solo così si spiegano gli insulti che mi sono stati riservati”.
Claudio Felici, che del PSD è il capogruppo, ricorda le nuove dinamiche politiche innescate dalla crisi di governo, la volontà di creare la casa dei riformisti e la disponibilità al dialogo con chiunque intenda condividere il progetto. “Certo il rapporto con i Nuovi Socialisti resta segnato da un clima di tensione, per stessa ammissione di NPS che – svela Felici – durante le consultazioni ha confermato che manca con noi un rapporto fiduciario. A conferma di una battaglia politica ingaggiata contro di noi ci sono le iniziative politiche e le prese di posizione dei Nuovi Socialista che lo testimoniano chiaramente. Comunque a nessuno chiudiamo le porte che restano aperte per tutti coloro che intendono condividere il nostro progetto, non certo per chi si pone in antagonismo a noi e non intende condurre un dialogo con la dovuta serenità”.

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