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Risoluzione ONU su Gaza, Libera: "San Marino sia coerente con quanto deliberato in Consiglio"

Il partito chiede di votare per un cessate il fuoco immediato. Domani serata pubblica dal titolo "La pace è ancora possibile?"

di Monica Fabbri
11 dic 2023
Matteo Ciacci e Gilberto PiermatteiNel servizio Matteo Ciacci
Nel servizio Matteo Ciacci

Nel conflitto israelo-palestinese l'equidistanza è una sfida ardua quasi quanto la pace. Richiede intelligenza, equilibrio, conoscenza. “Non ci appassiona lo scontro fra tifoserie”, esordisce Matteo Ciacci. E' una guerra che riguarda tutti, non solo per la tragedia umana che si porta dietro, ma anche per le “ricadute economiche, sociali e in termini di politica estera”. San Marino, pur nel suo piccolo, può fare la sua parte. Il suo voto negli organismi internazionali vale uno. Concetto ribadito oggi, nel presentare la serata pubblica di martedì che cercherà di rispondere ad una domanda, o meglio, alla domanda con la d maiuscola: “La pace è ancora possibile?”.

A confronto il giornalista italo palestinese Milad Basir e l'attivista israeliano Guy Butavia. Divisi da una terra contesa ma uniti nella difesa dei diritti umani. La loro presenza garantirà la tanto ricercata equidistanza? “Il dialogo è alla base di ogni ragionamento”, spiega Libera. La cui posizione è chiara, ed è per un cessate il fuoco immediato. Il veto posto dagli Stati Uniti alla risoluzione ONU perché il testo non condanna gli attacchi islamisti, viene definito da Gilberto Piermattei “emblematico ed incomprensibile”.

A Gaza – dice – “non è in corso una guerra ma un genocidio insopportabile”. Ciacci ricorda l'ordine del giorno approvato in Consiglio Grande e Generale, che condanna sia l'aggressione di Hamas ai civili che gli atti di guerra rivolti ai palestinesi, aspettandosi da San Marino – alla vigilia della riunione straordinaria delle Nazioni Unite – una posizione coerente con quanto deliberato.

La pace è ancora possibile? “Pensiamo di sì”, afferma il Segretario di Libera, Matteo Ciacci, e “per storia e tradizioni dovremmo cercare, come paese, di portare avanti questo percorso nel miglior modo, attraverso la diplomazia e il nostro voto negli organismi internazionali, voto che pesa come quello degli altri Stati. Per questo crediamo sia fondamentale che ci si attenga a quanto affermato dal Consiglio con forza e all'unanimità. Domani l'impegno delle nostre istituzioni dovrà quindi essere coerente con quanto chiesto: cessate il fuoco, tregua, corridoi umanitari”.






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