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San Marino potrebbe essere chiamato a prolungare il suo mandato alla Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa

9 mag 2007
A chiedere la disponibilità è l’assemblea di Strasburgo, preso atto di una situazione di stallo che si è venuta a creare tra la Serbia e l’Unione Europea. Una vicenda piuttosto delicata, che ha visto nella giornata di ieri una serie di consultazioni fra Strasburgo e San Marino e numerosi contatti fra il Segretario di Stato per gli Aafafri esteri Fiorenzo Stolfi e il collega tedesco Frank Walter Steinmeyer, dal primo gennaio presidente di turno dell’Unione Europea. La Repubblica Serba, secondo il programma dovrebbe ricevere il testimone dal Titano per il semestre di guida dell’organismo europeo, una cerimonia già fissata per venerdì, ma la questione aperta con Bruxelles rischia di far slittare tutto. L’unione Europea, infatti, è divisa su come rapportarsi con la Serbia rispetto alla sua prossima adesione: da un lato c’è chi vorrebbe accelerare l’ingresso, dall’altro chi non nasconde la propria contrarietà, e sarebbe la maggioranza dei paesi membri. Troppe le questioni sospese, in primo luogo la mancata consegna al Tribunale dell’Aja dei principali indiziati per crimini di guerra, primo fra tutti il generale Ratko Mladic, come denunciato dal procuratore capo, Carla del Ponte. Ma anche la mancata nomina di un governo a tre mesi dalle elezioni del 21 gennaio. Qualsiasi Paese, infatti, deve firmare un patto di associazione con l’Unione prima di poter avviare un qualsiasi colloquio di richiesta di stato membro. La Serbia deve ancora iniziare questo processo formale di integrazione e Bruxelles non si sentirebbe sufficientemente garantito da queste pendenze. Di qui l’ipotesi di un intervento anche del Consiglio di Strasburgo. Le soluzioni potrebbero essere più d’una: c’è l’ipotesi di una presidenza anticipata della Slovacchia, che dovrebbe assumerla nel semestre successivo, ma questo richiederebbe tempo per preparare il mandato e quindi costringerebbe San Marino a prolungare l’incarico. Altra eventualità, la nomina di una governo da parte della Serbia entro il 14 maggio, e anche in questo caso ci sarebbe una proroga sammarinese, seppure per poco tempo, così come la Serbia potrebbe decidere di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni, e questo consentirebbe i assumere la presidenza di turno in attesa di valutare le decisioni post elettorali. Insomma una bella grana che si annuncia quanto mai intricata ma che, di fatto, sancisce un riconoscimento lusinghiero per la Repubblica di San Marino, il suo ruolo in campo internazionale, la sua naturale inclinazione alla mediazione e al dialogo, una forte dimostrazione di fiducioa. Il Consiglio d’Europa avrebbe, infatti, potuto nominare un organismo temporaneo per gestire la transizione rispettando la scadenza del semestre sammarinese. Se ha chiesto al piccolo Stato la disponibilità a prolungare l’impegno europeo alla guida del Comitato dei Ministri, è evidente che riconosce alla Repubblica l’autorevolezza e la capacità di gestire anche una fase così delicata, mai verificatasi prima d’ora nella storia del Consiglio d’Europa.

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