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Tomassoni a favore di una delega sulla disabilità, "ma io - dice - non mi ricandiderò"

Il Consigliere di SSD "striglia" il Governo e invita la politica a maggior attenzione su temi che riguardano i diritti umani

di Monica Fabbri
26 lug 2019
Mirko Tomassoni
Mirko Tomassoni

È un Mirko Tomassoni deluso, in un contesto politico in cui per la disabilità si è fatto troppo poco. Parla di “perdurante indifferenza” inaccettabile. È consapevole delle emergenze ma la contingenza non deve giustificare l'apatia su temi che toccano diritti umani.

Lancia quindi dai banchi della maggioranza un accorato appello per un maggior impegno e politiche d'inclusione. Le casse dello Stato languono ma non tutti gli interventi richiedono grossi investimenti, come ad esempio una raccolta dati e analisi di qualità, “perché a San Marino – fa notare - le stesse indagini rivolte alle famiglie non tengono conto di una eventuale condizione di disabilità, quando è acclarato su scala planetaria come sia uno dei primi elementi di impoverimento”. Invita quindi a ricomprendere il fattore “disabilità” nelle prossime ricostruzioni, statistiche e censimenti. “Ad oggi – dice - non sappiamo nemmeno quante persone con disabilità vivano sul nostro territorio e, soprattutto, il loro grado di gravità”. Senza queste analisi – avverte - è molto forte il rischio di decisioni inadeguate. Tomassoni è consapevole del momento di incertezza politica e “delle incognite sulla prosecuzione del Governo”.

Comunque vada non si ricandiderà, “la politica attiva - ci dice - si esaurisce con questa legislatura”. Guardando però al futuro, spera che il prossimo esecutivo preveda una delega specifica sulla disabilità, magari non alla Segreteria alla Sanità. “Si darebbe un messaggio forte, trattando queste persone non come malate perché non lo sono ma come titolari di cittadinanza al pari di tutte le altre”.


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