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Il Cavatappi la sua storia

Potrebbe essere databile alla metà del XV secolo, di sicuro a Sala Baganza in provincia di Parma all'interno del museo del vino c'è quello del cavatappi.

di Roberto Bagazzoli
2 ott 2023
Il Cavatappi la sua storia

Avete presente il cavatappi? Chi non ne ha uno in casa in fondo ad un cassetto ? L’origine del cavatappi potrebbe essere databile alla metà del XV secolo, probabilmente derivata dall’attrezzo a spirale usato dai soldati per rimuovere le palle di piombo incastrate nelle canne dei fucili ad avancarica.

Secondo un’altra ipotesi il precursore dei cavatappi sarebbe stato il punteruolo per botti: in una pala d’altare databile alla metà del 1400. Negli ultimi tre secoli, a partire dalla sua forma “essenziale”, sono state sviluppate numerose tipologie e varianti.



Nel 1795 il reverendo Samuel Henshall vissuto tra il 1765 e il 1807) registrò in Inghilterra il primo brevetto per un cavaturaccioli, favorendo il passaggio dalla produzione artigianale quella in serie. Da allora fu un susseguirsi di innovazioni e brevetti: agli inizi del XIX secolo nacque il cavatappi detto “a farfalla”; nel 1828, in Francia, quello “a rubinetto”, dieci anni dopo quello “a doppia vite”.

Per avere il primo brevetto italiano sarà necessario attendere il 1864. Nacquero poi i cavatappi “a cremagliera” o “a pignone” e quelli “a manovella”, che ricordavano dei mini macinini da caffè; il cavatappi che noi più conosciamo, “a leve laterali”, risale alla fine dell’Ottocento. 

Al cavatappi e alla sua storia sono dedicati in Italia i musei di Barolo (CN) e di Montecalvo Versiggia (PV). Ma anche nel “Museo Martini di storia dell’enologia” di Pessione (TO) e nei musei di Villa Mazzucchelli a Ciliverghe (BS) vi sono sezioni sul tema.

Nella raccolta esposta nel Museo del Vino di Sala Baganza i cavatappi sono suddivisi per tipologie: figurativi, multiuso, tascabili, a leva, a meccanismo e semplice a T.


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