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Pedrosa ringhia, Lorenzo si accontenta

14 ott 2012
Dani Pedrosa festeggia la vittoria a Motegi
Dani Pedrosa festeggia la vittoria a Motegi
Dire che il mondiale è riaperto forse è eccessivo, perché chi sta davanti – si legga Jorge Lorenzo – quando va male arriva secondo. E fosse sempre così di qui alla fine il mondiale sarebbe suo, anche nel caso limite in cui Pedrosa centri tre vittorie tra Malesia, Australia e Valencia. Ma il circuito che poteva spaccare la lotta al titolo, con un Lorenzo super capace di mettere tutti in riga frantumando il record del tracciato, ci parla dell’infinita “garra” di Pedrosa. Piccoli e tignosi si diceva una volta. Sempre secondo, direbbero oggi. Dani vuole invertire la tendenza, vuole salire sul tetto del mondo. Con la vittoria imponente a Motegi – il circuito di casa per chi guida un Honda – il piccolo pilota catalano si riavvicina al connazionale Lorenzo, distante ora 28 punti. Un gran bel mondiale, come non se ne vedevano da anni; ma se Jorge non ci mette del suo, sarà difficile per Pedrosa trovare qualche buon alleato in grado di scucirgli qualche punto. Non di certo Valentino, che con una punta di amarezza dice: “Abbiamo fatto il massimo, purtroppo al momento è questo il nostro potenziale” – e quando si va a scorrere l’ordine di arrivo, con il Dottore in settima posizione, qualcosa non quadra. Non può farlo nemmeno Dovizioso, a caccia del podio iridato per cui combatte con Stoner, quinto alle sue spalle in mattinata. Lo stesso australiano – l’unico col potenziale per inserirsi nel contenzioso spagnolo – sembra il lontano parente dello schiacciasassi dell’anno scorso, ma Dovizioso a 5 punti in classifica mondiale potrebbe spingerlo ad aprire maggiormente il gas.
In sostanza nella sfida tra Pedrosa e Lorenzo, ci sono solo Pedrosa e Lorenzo. A meno di ribaltoni clamorosi – vedi Assen – il titolo sembra già cucito sul petto di Jorge.

Luca Pelliccioni

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