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Curare il Covid con Paxlovid, Molnupiravir o Remdesevir

Intervista all'infettivologo Massimo Arlotti, consulente dell'Istituto Sicurezza Sociale di San Marino

di Luca Salvatori
4 feb 2022
Massimo Arlotti
Massimo Arlotti

Con il consulente infettivologo dell'Iss Massimo Arlotti abbiamo fatto il punto sulle cure per l'infezione da Covid, mentre in Italia è appena cominciata la distribuzione dell'antivirale della Pfizer. “Le novità più importanti – dichiara Arlotti – sono nelle terapie domiciliari o meglio nelle persone che hanno contratto l'infezione, che non sono gravi, ma hanno fattori di rischio per aggravamento. Ci sono due nuovi farmaci antivirali che si possono assumere per bocca”. Si tratta del Paxlovid della Pfizer, di cui in Italia è appena cominciata la distribuzione delle prime 600mila dosi e del Molnupiravir – e cioè la pillola della Merck – già utilizzato in Italia dal 4 gennaio.
E a San Marino? “Al momento – prosegue Arlotti - non sono disponibili. Lo saranno nei prossimi mesi. Per San Marino sarà un po' più difficile perché deve fare accordi con l'Italia per avere la disponibilità di questi farmaci. Però, ad esempio il Remdesevir, che è un farmaco già disponibile a San Marino e veniva utilizzato per le forme più gravi di covid con risultati modesti, se utilizzato precocemente dà risultati molto più importanti, sovrapponibili a quelli del Paxlovid e migliori del Molnupiravir.



Il problema è che il farmaco va somministrato per tre giorni, endovena, e quindi è necessaria la ospedalizzazione di questi pazienti che stanno bene e a cui si si somministra il farmaco perché rimangano in buone condizioni e non evolvano verso la malattia. Però bisogna studiare modalità e selezione di questi pazienti ed è quello che stiamo facendo”. Notizie non buone, invece, sul fronte dei monoclonali: “Ahimè – conclude Arlotti – quei monoclonali che erano in carico e che erano stati utilizzati in passato, sulla variante Omicron non sono più efficaci per cui ci vogliono altri anticorpi monoclonali”.




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