120 realtà in tutta Italia, 3000 volontari per circa 25000 persone assistite. Sono i numeri della Federazione Banchi di Solidarietà, oggi a Roma per l'Assemblea nazionale: l'occasione per condividere le esperienze di un anno di “caritativa”. A Rimini e provincia il Banco di Solidarietà lavora dal 2001 con l'obiettivo di aiutare famiglie indigenti, anziani soli, poveri in generale cui mancano generi alimentari di prima necessità. E dal 2008, anno di inizio della crisi, la situazione è sensibilmente peggiorata. 300 i nuclei familiari che hanno ricevuto pacchi alimentari dai volontari nel 2013, per un totale di 650 persone assistite. 75 nuclei in più rispetto al 2012. Se inizialmente ci si occupava di persone sole, casi singoli, ora vi sono sempre più famiglie in stato di indigenza. Famiglie riminesi o comunque italiane. NON extracomunitarie. E' questo il dato più significativo, segno dei tempi che stiamo vivendo. Una tendenza che accomuna Rimini agli altri comuni del circondario, Cesena e Forlì. “Perdita del lavoro, separazioni, nascita di figli tra le principali cause che gettano le famiglie in uno stato di bisogno quotidiano” – spiega Davide Arcangeli, volontario del Banco di riminese. Fortunatamente per alcuni nuclei l'assistenza è cessata nel 2013: 15-20 casi di emergenza rivelatasi temporanea e rientrata nel momento in cui il capofamiglia, disoccupato, è riuscito a ritrovare un impiego. Il Banco di Solidarietà di Rimini è tra l'altro punto di riferimento anche dei volontari sammarinesi che si recano in Riviera proprio per ritirare i pacchi alimentari, distribuiti poi ad una decina di famiglie residenti sul Titano. Specchio del territorio, da tempo ormai la Repubblica non è più un'isola felice.
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