POLO DEL LUSSO (UN LUSSO ... O UNA NECESSITA'?)
Eccomi di nuovo con l'arrivo del 2016, nella necessità di riaffrontare un tema particolarmente delicato quale quello del: "Polo del lusso" o se si preferisce "Polo della moda" .
Notizie preoccupanti e spesso distorte nel loro significato, stanno riaffiorando dal limbo nel quale avevamo deciso di riporle, generando nuove e sempre più urgenti riflessioni su questo argomento ora più che mai attuale e che rischia di produrre un effetto a catena così dirompente, da alterare forse irreversibilmente il quadro generale che gli ultimi accadimenti stanno facendo maturare.
Le forti pressioni che il vicino Comune di Rimini sta esercitando sugli investitori e sui soggetti che gravitano attorno a questa operazione, inizia a scalfire la certezza che il progetto fortemente voluto dal Governo e da gran parte delle istituzioni Sammarinesi, possa giungere a compimento. Serve una presa di posizione forte e responsabile che ridia impulso e vigore a questa iniziativa riaffermandone la dignità e lo spessore.
Le mie considerazioni non intendono addentrarsi in filippiche o apologie di natura politica o propagandistica, ma vogliono evidenziare la necessità di un ragionamento oggettivo scevro da dietrologie o facili entusiasmi e rivolto ad una analisi concreta e pragmatica di ciò che tale progetto rappresenta per il nostro Paese, ma soprattutto per il nostro futuro.
istintivamente sarei portato, sull'onda dell'emotività e delle facili strumentalizzazioni alle quali spesso nostro malgrado siamo soggetti, a dubitare della necessita e del valore di questa iniziativa in quanto presenta aspetti contraddittori e contrapposti che rappresentano i tanti sono i problemi irrisolti che gravano sulle spalle della cittadinanza: si pensi alla contrazione dell'economia, la difficoltà occupazionale, le scarse risorse per fronteggiare la crisi, e non ultima la preoccupazione di trovarsi di fronte all'ennesimo atto di prevaricazione ed imposizione da parte della politica nei confronti della cittadinanza.
Legittime sono pertanto le critiche giunte dalla associazioni e da parte dei cittadini sulla necessità di intraprendere tale percorso, ma doverosa mi sembra una più accurata valutazione sullo scenario che andrà a delinearsi.
Ritengo personalmente che la chiave di lettura su cui basare le nostre considerazioni sia completamente diversa e le domande alle quali dare risposta, differenti da quelle poc'anzi sopraccitate.
Questo progetto nonostante le difficoltà organizzative, i rischi finanziari e la scarsa condivisione che ha saputo generare a causa del tardivo confronto con la popolazione e la carenza di chiarezza nella sua fase preliminare, rappresenta comunque nel breve un importante investimento per creare possibilità di sviluppo e di occupazione, ma principalmente per la possibilità che offre di riaffermare una autonomia e una legittimità ad operare che più volte soggetti politici a noi estranei, hanno cercato di avocarsi.
Per generare innovazione e sviluppo bisogna avere il coraggio di investire in idee, in progetti, ma anche in infrastrutture, per mostrare un'immagine di se che superi i nostri confini territoriali e si apra ad una dimensione nuova votata all'internazionalizzazione, nel rispetto della nostra autonomia e della volontà di rigenerarsi come cittadini e come Paese,
Non lasciamo che altri decidano del nostro futuro, sia spinte interne che esterne e limitrofe, evitiamo che la cecità o l'arrivismo di alcuni distorca la nostra capacità di analisi e di critica, guardiamo in positivo a ciò che riaffermando la nostra unicità, siamo in grado di generare ed allora scopriremo che facciamo ancora parte di uno Stato che deve sapere condividere e quindi fortemente rivendicare comportamenti e scelte per la crescita Reale e disinteressata nel Nostro Paese, dove tutti concorriamo per il bene più prezioso: "La Nostra Amata Repubblica".
Assumendo un atteggiamento disfattista e disincantato o peggio affidandoci ai soliti personalismi rischieremo presto di dover dipendere da volontà estranee e che non ci appartengono e mirano a ridurci a semplice apostrofo di un mondo nel quale sinceramente non voglio abitare.
VITTORIO BRIGLIADORI
Capitano di Castello di Serravalle
Eccomi di nuovo con l'arrivo del 2016, nella necessità di riaffrontare un tema particolarmente delicato quale quello del: "Polo del lusso" o se si preferisce "Polo della moda" .
Notizie preoccupanti e spesso distorte nel loro significato, stanno riaffiorando dal limbo nel quale avevamo deciso di riporle, generando nuove e sempre più urgenti riflessioni su questo argomento ora più che mai attuale e che rischia di produrre un effetto a catena così dirompente, da alterare forse irreversibilmente il quadro generale che gli ultimi accadimenti stanno facendo maturare.
Le forti pressioni che il vicino Comune di Rimini sta esercitando sugli investitori e sui soggetti che gravitano attorno a questa operazione, inizia a scalfire la certezza che il progetto fortemente voluto dal Governo e da gran parte delle istituzioni Sammarinesi, possa giungere a compimento. Serve una presa di posizione forte e responsabile che ridia impulso e vigore a questa iniziativa riaffermandone la dignità e lo spessore.
Le mie considerazioni non intendono addentrarsi in filippiche o apologie di natura politica o propagandistica, ma vogliono evidenziare la necessità di un ragionamento oggettivo scevro da dietrologie o facili entusiasmi e rivolto ad una analisi concreta e pragmatica di ciò che tale progetto rappresenta per il nostro Paese, ma soprattutto per il nostro futuro.
istintivamente sarei portato, sull'onda dell'emotività e delle facili strumentalizzazioni alle quali spesso nostro malgrado siamo soggetti, a dubitare della necessita e del valore di questa iniziativa in quanto presenta aspetti contraddittori e contrapposti che rappresentano i tanti sono i problemi irrisolti che gravano sulle spalle della cittadinanza: si pensi alla contrazione dell'economia, la difficoltà occupazionale, le scarse risorse per fronteggiare la crisi, e non ultima la preoccupazione di trovarsi di fronte all'ennesimo atto di prevaricazione ed imposizione da parte della politica nei confronti della cittadinanza.
Legittime sono pertanto le critiche giunte dalla associazioni e da parte dei cittadini sulla necessità di intraprendere tale percorso, ma doverosa mi sembra una più accurata valutazione sullo scenario che andrà a delinearsi.
Ritengo personalmente che la chiave di lettura su cui basare le nostre considerazioni sia completamente diversa e le domande alle quali dare risposta, differenti da quelle poc'anzi sopraccitate.
Questo progetto nonostante le difficoltà organizzative, i rischi finanziari e la scarsa condivisione che ha saputo generare a causa del tardivo confronto con la popolazione e la carenza di chiarezza nella sua fase preliminare, rappresenta comunque nel breve un importante investimento per creare possibilità di sviluppo e di occupazione, ma principalmente per la possibilità che offre di riaffermare una autonomia e una legittimità ad operare che più volte soggetti politici a noi estranei, hanno cercato di avocarsi.
Per generare innovazione e sviluppo bisogna avere il coraggio di investire in idee, in progetti, ma anche in infrastrutture, per mostrare un'immagine di se che superi i nostri confini territoriali e si apra ad una dimensione nuova votata all'internazionalizzazione, nel rispetto della nostra autonomia e della volontà di rigenerarsi come cittadini e come Paese,
Non lasciamo che altri decidano del nostro futuro, sia spinte interne che esterne e limitrofe, evitiamo che la cecità o l'arrivismo di alcuni distorca la nostra capacità di analisi e di critica, guardiamo in positivo a ciò che riaffermando la nostra unicità, siamo in grado di generare ed allora scopriremo che facciamo ancora parte di uno Stato che deve sapere condividere e quindi fortemente rivendicare comportamenti e scelte per la crescita Reale e disinteressata nel Nostro Paese, dove tutti concorriamo per il bene più prezioso: "La Nostra Amata Repubblica".
Assumendo un atteggiamento disfattista e disincantato o peggio affidandoci ai soliti personalismi rischieremo presto di dover dipendere da volontà estranee e che non ci appartengono e mirano a ridurci a semplice apostrofo di un mondo nel quale sinceramente non voglio abitare.
VITTORIO BRIGLIADORI
Capitano di Castello di Serravalle
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