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IUS. Basta coi pregiudizi se vogliamo rilanciare il Paese

11 ott 2016
IUS. Basta coi pregiudizi se vogliamo rilanciare il Paese
Ha ragione la CSDL nel suo comunicato inviato alla cittadinanza quando dice che la paralisi politica e le fibrillazioni dei partiti, che durano ormai da anni, hanno di fatto bloccato il Paese e lo hanno spinto ad un peggioramento, anzi ad un regresso, della situazione economica e sociale.
Non ha ragione quando indica alcune misure per il rilancio che toccano da vicino l’attività e l’operatività degli operatori economici insistendo nel pregiudizio e in una sconveniente opportunità di parte. Ci vuole più lungimiranza, trasparenza e democrazia per uscire dal tunnel, e non un’ormai trita visione di parte.
Ma entriamo nel merito.
LEGGE SULLA RAPPRESENTATIVITA’. Il braccio di forza innescato contro il pluralismo ha prodotto una norma che nulla ha a che fare con il “mettere al centro il diritto del lavoro”. Al centro è stato messo solo l’interesse di qualcuno a discapito dell’interesse della collettività. Sostenere che “la pluralità di contratti costituiva un fortissimo disincentivo a nuovi investimenti nel paese” significa soltanto disinformare e farlo strumentalmente. E’ un’affermazione risibile e faziosa. Il modello unico, per quanto dir se ne voglia, rimane un limite per la democrazia e lo sviluppo. La legge contiene numerose anomalie delle quali ci si auspica una correzione da parte dei futuri membri del Consiglio Grande e Generale.
SMAC. Un progetto originale nato per incrementare i consumi interni, trasformato in strumento di accertamento fiscale. Va da sé che non avrebbe potuto funzionare, anche per la cronica inadeguatezza delle infrastrutture. Non solo, ma il sistema macchinoso non ha portato risultati, ha scontentato operatori e cittadini ed è una voragine di costi. Lo stesso sindacato sostenendo che la Smac “ha delle potenzialità” ammette di fatto che nel presente non ha ottenuto risultati. Un presente che in sostanza dura da otto anni. Ci domandiamo cosa dobbiamo ancora aspettare per avere il coraggio politico di dire che l’unione della fiscalità con la scontistica rappresenta un flop concettuale e tecnico irreversibile. L’aggressione del sindacato di sinistra scende addirittura sul piano fiscale accusando gli imprenditori di evasione e false dichiarazioni compromettendo così quel rapporto di fiducia e di rispetto che noi sosteniamo nei rispettivi ruoli. I commercianti hanno sempre pagato le tasse e per controllare ci sono sistemi ben più efficaci della SMAC, che deve tornare ai suoi obiettivi originari.
I.G.C. Ovvero, l’Imposta Generale sui Consumi, meglio conosciuta come IVA sammarinese. Il Sindacato ne invoca a gran voce l’introduzione. Ma ne ha valutato le conseguenze sul mercato, sui passaggi commerciali, sull’operatività degli operatori, sull’organizzazione degli uffici, sui prezzi finali al consumatore, al di là di facili slogan garantisti? Il Sindacato ha ascoltato le ragioni di chi ogni giorno si deve confrontare con la crisi economica, con una burocrazia bizantina, con le famiglie che hanno visto ridurre drasticamente il loro reddito? Oppure si limita ad ascoltare solo i poteri forti? Poteri forti che poi, per inciso, forti non sono, ma lo sembrano di fronte a politici deboli. Ma soprattutto, la CSDL è consapevole che il gettito fiscale, l’attuale monofase e gran parte del PIL sono garantiti da migliaia di piccoli operatori sammarinesi, che lavorano a testa bassa giorni festivi e feriali, che investono del proprio, che rischiano ogni giorno e che guadagnano lo stipendio per sé stessi, per le loro famiglie e per qualche migliaio di dipendenti? Che non hanno ammortizzatori sociali?
Ulteriori invadenze, nuove indagini discriminatorie, nuove cervellotiche regole nell’ambito di un circuito nevrotico che scatena l’invidia, che si trasformerà in odio dal quale poi nasce la rivolta: è questo che vuole il sindacato? Lavoratori dipendenti contro imprenditori? Il movimentismo contro la politica? L’ipotesi di introduzione di un’imposta come l’I.G.C. merita considerazioni attente e confronti reali con tutte le parti sociali ben maggiori che due righe su dei volantini.

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