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Libera replica a Rete: “quale sviluppo del paese ha in mente il governo?”

18 lug 2021
Immagine di repertorio
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Cara Rete, no, Libera non ha cambiato idea. Di fronte ad aziende che negli anni hanno dimostrato la propria serietà, che possono essere aiutate cedendo loro aree non strategiche per lo Stato, Libera è disponibile, anche dall'opposizione, a sostenere questi progetti di sviluppo che permetteranno di tutelare l'occupazione facendo crescere l'economia. Le difficoltà di Rete su questo e altri temi sono evidenti e si palesano quando ci troviamo a leggere comunicati dove si distorce la realtà e si attacca l’avversario politico, reo di avere posto una condizione molto semplice al governo: sapere come saranno spesi i soldi incassati dalla vendita. Non può succedere infatti che quei soldi si utilizzino x fare cassa e finanziarci discutibili iniziative o le innumerevoli consulenze che il governo sta elargendo a piene mani agli amici degli amici. Per questo l'OdG, che abbiamo presentato, indicava in modo preciso la destinazione di quelle risorse, proponendo tra l'altro di destinarne la maggio parte all'acquisto di altri terreni strategici x lo Stato, in modo da non intaccare il patrimonio immobiliare dello Stato. Pur avendo dato disponibilità a valutare modifiche all'OdG presentato, ed avendone ricevute da numerosi consiglieri interventi tra cui il capogruppo della DC, il Segretario Stefano Canti, ha preferito ritirare le pratiche piuttosto che accogliere il nostro OdG. Forse, quei soldi erano già destinati ad altro? Ma, dato che Libera era disponibile a valutare integrazioni all'OdG, per quale motivo non si poteva parlarne? A questo atteggiamento non ci siamo dati spiegazioni.

Una cosa é certa, nonostante la nostra disponibilità, le aziende in questione non avranno, per ora almeno, una risposta dal governo. un'altra cosa certa è che SULLO SVILUPPO LA MAGGIORANZA É SPACCATA I nostri concittadini però devono sapere, ma probabilmente lo sanno già, che se nelle ultime settimane non ci fosse stata la responsabilità di Libera e l’opposizione non avremmo portato a compimento, come Paese, progetti di sviluppo di importanti aziende sul territorio che da anni garantiscono posti di lavoro e valore aggiunto: Promopharma e Erbozeta per fare due esempi pratici. Infatti, ultimamente, quando arrivano in Consiglio le pratiche di vendita di terreni pubblici per assegnarli alle aziende che chiedono di poter ampliare la propria attività, Rete decide costantemente di votare contro a queste pratiche in disaccordo con la maggioranza di cui fa parte sostenendo la formula della concessione d’uso. Per tali pratiche serve necessariamente la maggioranza dei 2/3 e quindi deve arrivare necessariamente il soccorso dell’opposizione per l’approvazione delle stesse.

LA PROPOSTA DI LIBERA Libera ha sempre ritenuto necessario conciliare lo sviluppo industriale con la sostenibilità ambientale e per questo ha, fin da subito, accolto con favore la vendita di terreni di non particolare pregio per lo Stato che consentono all’azienda di poter svilupparsi e patrimonializzarsi ma allo stesso tempo ha proposto con forza, sia in Commissione IV che nell’ultimo Consiglio Grande e Generale, di poter reinvestire i proventi derivanti dalla vendita di questi terreni pubblici in politiche volte al miglioramento della qualità ambientale e di poter consentire allo Stato di attuare progetti di rigenerazione urbana sulle aree dismesse, inutilizzate o fortemente degradate, così come valorizzare o sviluppare nuove aree verdi sul territorio. L’ordine del giorno però viene bocciato, il mese scorso, in Commissione IV dalla maggioranza e da Canti per ragioni tecniche/contabili a nostro avviso facilmente superabili.

I FATTI DELL’ULTIMO CONSIGLIO E L’ODG DI LIBERA Arriviamo così all’ultimo Consiglio appena concluso dove si ripropone il problema visto che su due pratiche, Asa e AluTitan, Rete annuncia la sua contrarietà per le ragioni spiegate sopra. Come Libera, visto che crediamo fortemente nel principio contenuto nel nostro ordine del giorno e che crediamo preoccupante che un Governo e una maggioranza non riescano a trovare una sintesi sulla politica industriale ed economica del Paese, riproponiamo il nostro ordine del giorno invitando tutta l’aula a sostenerlo e vincolando l’approvazione dello stesso al nostro voto favorevole alle pratiche. La bontà della proposta di Libera viene riconosciuta in aula consigliare anche dal capogruppo Dc Mussoni che invita, nella sostanza, il Segretario Canti e tutta la maggioranza ad accogliere l’ordine del giorno. Si genera così una forte tensione in maggioranza e Canti decide di ritirare le pratiche piuttosto che sostenere la nostra proposta. Rete, nel suo ultimo comunicato, se la prende con Libera per l’accaduto. A noi tutto questo sembra delirante.

L’INCOERENZA DI RETE Infatti vorremmo ricordare innanzitutto che le pratiche in oggetto vengono avvallate dal Congresso di Stato dove sono presenti due esponenti del Movimento Rete. Vorremmo inoltre ricordare che il tema della sostenibilità non lo si può sollevare solo strumentalmente mettendo a rischio progetti di sviluppo e posti di lavoro. Dov’era Rete, per esempio, quando e’ stato approvato il codice ambientale che contiene disposizioni che di fatto vanno ad annullare norme a tutela della salute pubblica legate all’inquinamento acustico completamente a favore delle aziende private? Per non parlare del silenzio di Rete sui bandi internazionali per lo sfruttamento di aree di prestigio del nostro territorio.

PREOCCUPATI PER UN GOVERNO CHE NON HA UNA LINEA COMUNE SUI PROGETTI DI SVILUPPO Preoccupante e’, per di più, avere un Governo che non ha una linea chiara sullo sviluppo del Paese: vuole la crescita sostenibile, vuole potenziare e valorizzare le nostre imprese? Su questo tema sarà bene che Rete, invece di pensare ad attaccare Libera, si confronti in primis coi suoi due Segretari e poi con maggioranza e Governo di cui fa parte per trovare una sintesi sullo sviluppo economico e sostenibile del Paese. Libera, dal canto suo, continuerà a produrre proposte fattive e concrete a favore della tutela del nostra territorio perché l’ambiente si salvaguardia anche con soluzioni semplici e tangibili e non con enunciazioni fine a stesse.

Libera





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