L'ultimo incubo per gli utenti di internet si chiama “CryptoLocker”: è un virus in circolazione dal 2013, che nei Paesi anglosassoni ha già provocato danni notevoli. Come al solito il pericolo viene dalla posta elettronica. Si riceve una mail, incautamente si clicca su un link o si scarica un allegato e il gioco è fatto. Immediatamente vengono criptati i files del computer e nella stragrande maggioranza dei casi non c'è più nulla da fare. Questi cyber-truffatori, promettono poi di inviare una chiave di sblocco, in cambio di una somma di denaro, spesso sotto forma di “bitcoin”. Un “phishing " di massa, insomma. Sul Titano, al momento, non risultano segnalazioni alle Forze dell'ordine. Ma il rischio è molto elevato. A Rimini – ad esempio – sono già numerose le denunce presentate agli uffici della Polizia Postale; non solo semplici cittadini, anche funzionari pubblici e titolari di aziende. Proprio imprese e pubbliche amministrazioni, infatti, sono spesso prese di mira. Le mail pirata sono interamente redatte in lingua italiana e fanno riferimento a presunti ordini o fatture d'acquisto. Il messaggio, insomma, è piuttosto realistico, e questo rende estremamente pericoloso il virus. La Gendarmeria invita i cittadini – innanzitutto – a non cedere al ricatto e non versare denaro ai truffatori. Poi una serie di consigli: munirsi, ovviamente ,di un buon antivirus, certificato e studiato per questo genere di attacchi. Mai aprire mail non attese; nel dubbio si lascia stare. E poi eseguire periodicamente un “backup”. La Sezione della Gendarmeria, dedicata a questa materia, resta comunque a disposizione degli utenti per ogni informazione.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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