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Autovelox ai confini di Stato per combattere l'evasione fiscale

29 set 2009
Autovelox ai confini di Stato per combattere l'evasione fiscale
Autovelox ai confini di Stato per combattere l'evasione fiscale
La Guardia di Finanza annuncia di voler installare autovelox fiscali ai confini italiani e a San Marino per combattere l’evasione fiscale.
Per scoprire illeciti trasporti di denaro e titoli, ma anche di altri beni di grande valore e facile trasportabilità, come oro, argento e preziosi, le Fiamme Gialle ricorreranno agli occhi elettronici, posizionati su mezzi mobili plurisensori, meglio conosciuti come autovelox fiscali. Negli anni passati erano in uso nel sud Italia, per il contrasto al denaro sporco della criminalità organizzata, ma ora saranno impiegati anche ai valichi di confine del settentrione, come Ponte Chiasso, Como, verso la Svizzera, e a San Marino. L’occhio sarà posizionato in modo da riprendere solo le targhe e non i conducenti: una specifica segnaletica, inoltre, informerà chi transita sul tipo di controllo, tramite apposito cartello posizionato in prossimità del rilevamento. Sarà anche possibile creare un data base di vetture sospette, nei confronti delle quali i finanzieri opereranno poi il controllo fisico vero e proprio. Qualora si venga trovati in possesso di somme di denaro o altri mezzi di pagamento non tracciabili per un valore pari o superiore ai 10mila euro, scatta la sanzione amministrativa, da un minimo di 300 euro fino al 40% dell’importo trasferito o che si tenta di trasferire, superiore alla soglia dei 10mila euro. Chi viene scoperto sarà anche sottoposto a indagini antiriciclaggio. Sempre secondo la Finanza, a San Marino sarebbero depositati, al momento, oltre 2 miliardi di euro di capitale italiano. Nei paradisi fiscali sarebbero invece presenti da 5mila a 7mila miliardi di dollari.
Il tenente colonnello del nucleo tributario della Guardia di Finanza di Rimini, Gianfranco Lucignano, vede questi macchinari di difficile applicabilità sul confine di San Marino. “Sarebbe diverso se si creasse una dogana in cui poter fermare e perquisire le macchine”.

Francesca Biliotti-Valentina Antonioli

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