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Eureka: una rete europea per lo sviluppo

4 dic 2003
Eureka: una rete europea per lo sviluppo
Contribuire a rafforzare la competitività europea, promuovere progetti in cooperazione orientati al mercato e tecnologie avanzate. Questi sono solo alcuni degli obiettivi di EUREKA, una rete europea per la ricerca e lo sviluppo industriale. Se ne è parlato ieri a Palazzo Begni, dove Michel di Vieillefosse, del segretariato generale dell’iniziativa intergovernativa, ha illustrato ai Segretari di Stato agli Esteri, alle Finanze e agli Interni, Stolfi, Mularoni e Francini le procedure per diventare Stato membro e i vantaggi dell’adesione. Lanciata nel 1985, Eureka conta sull’appoggio di 33 paesi oltre all’Unione Europea. Nell’incontro si è discusso della possibilità di una partecipazione di San Marino ai progetti di questa organizzazione che può offrire interessanti prospettive per uno sviluppo del mercato in chiave europea. Il nostro Paese- ha sottolineato Stolfi- si è indirizzato verso la necessità di allargare la ricerca e i prodotti della proprietà intellettuale al fine di far crescere il sistema- San Marino. Importante inserire le imprese che operano sul territorio in un circuito più ampio per la ricerca di nuove opportunità e progetti strategici per lo sviluppo futuro di aziende e Stato. Stiamo lavorando per la creazione di un nuovo sistema paese- ha continuato Mularoni- che si basi su una ricerca ed innovazione tecnologica che permetta a una piccola realtà come la nostra di competere nell’ambito della tecnologia avanzata. Si tratta di una via di sviluppo importante nell’ottica di una sempre maggiore integrazione con l’Europa. Il direttore generale del segretariato Eureka ha poi elencato una serie di progetti strategici in via di definizione e tecnologie innovative sviluppate in istituti di ricerca ed università. I Segretari di Stato hanno preso in considerazione proposte e prospettive derivanti da una eventuale adesione sottolineando che la partecipazione di San Marino ad Eureka è un passo importante che va valutato non solo dal governo ma in accordo con gli imprenditori e le associazioni di categoria.

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