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Riforma pensioni: le posizioni di OSLA e CSDL

25 ott 2005
Riforma pensioni: le posizioni di OSLA e CSDL
Un ibrido, a metà strada tra una legge quadro e una vera riforma. Così la Csdl valuta i due progetti – la riforma del sistema previdenziale e la legge sulla previdenza complementare – avviati alla seconda lettura del Consiglio Grande e Generale. Secondo la Confederazione del Lavoro, l’avvicinarsi della fine della legislatura ha fortemente condizionato l’Esecutivo circa l’esigenza di una riforma più completa ed equa. Infatti, sottolinea la Csdl, 'non solo rimanda a future leggi troppi aspetti che potevano essere affrontati subito, ma anche le modifiche dell’ultima ora apportate dalla maggioranza fanno si - prosegue la Csdl - che già nel breve periodo occorrerà intervenire per assicurare l’equilibrio delle risorse previdenziali e garantire prospettive più certe, soprattutto alle giovani generazioni'. Contrarietà netta, infine, al modello di previdenza complementare delineato da Governo. 'Se questa sarà la scelta definitiva - ribadisce la Csdl - i lavoratori dovranno potersi esprimere.
Anche l’Osla sottolinea gli aspetti della riforma che non trovano il consenso dell’organizzazione. 'Bisogna mettere fine da subito ad ogni discriminazione, afferma l’Osla, a partire dagli anni di riferimento per il calcolo pensionistico che ancora una volta puniscono gli autonomi: 'Va superato il divieto, ritenuto assurdo, di attività lavorativa ai pensionati, riconoscendogli uno status particolare con relativa tassazione del reddito prodotto'. Una riforma pensionistica, per l’Osla, deve essere accompagnata da una riforma del sistema fiscale. 'A pari reddito devono corrispondere pari tasse, superando l’insostenibile pretesa che i redditi da lavoro autonomo siano al centro della evasione. Le oltre 550 imprese sammarinesi, conclude l’Osla, rappresentano una forza insostituibile. Senza di esse non vi sarebbe né sistema pensionistico, né sistema retributivo, ma solo miseria'.

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