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La Francia arresta sette ex terroristi, “come l'Italia chiedeva da anni”

Il dossier francese che li riguardava era chiamato "Ombre rosse"

28 apr 2021
Foto: rainews | Da sinistra in alto: Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella, Enzo Calvitti. Da sinistra in basso: Roberta Cappelli, Sergio Tornaghi
Foto: rainews | Da sinistra in alto: Giorgio Pietrostefani, Marina Petrella, Enzo Calvitti. Da sinistra in basso: Roberta Cappelli, Sergio Tornaghi

Facevano parte del dossier “Ombre rosse” i sette ex membri delle Brigate Rosse arrestati questa mattina in Francia su richiesta dell'Italia, mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni Settanta e Ottanta. Dei 7 fermati, quattro hanno una condanna all'ergastolo: Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi - tutti e tre ex appartenenti alle Brigate Rosse - e Narciso Manenti, dei nuclei armati contropotere territoriale. Per Giovanni Alimonti ed Enzo Calvitti, anche loro delle Br, la pena da scontare è rispettivamente 11 anni, 6 mesi e 9 giorni e 18 anni, 7 mesi e 25 giorni. Giorgio Pietrostefani, ex di Lotta Continua, deve scontare una pena di 14 anni, 2 mesi e 11 giorni.



"Il presidente Emmanuel Macron - ha fatto sapere l'Eliseo in mattinata dopo l'arresto di 7 brigatisti - ha voluto risolvere questo problema, come l'Italia chiedeva da anni. La Francia, anch'essa colpita dal terrorismo, comprende l'assoluto bisogno di giustizia delle vittime". Inoltre, questa decisione - continua l'Eliseo - "rientra nella logica della necessità imperativa di costruire un'Europa della giustizia, in cui la reciproca fiducia sia al centro".

Irene Terrel, storica avvocata degli ex terroristi italiani in Francia, ha parlato di "tradimento senza nome da parte della Francia". "Sono indignata - ha detto la Terrel dopo l'arresto di 7 ex brigatisti - e non ho parole per descrivere questa operazione che assomiglia a una piccola retata".



Queste le persone arrestate:

Giovanni Alimonti. Nato a Roma, Br, il 30 agosto del 1955, deve espiare 11 anni, 6 mesi e 9 giorni di reclusione e 4 anni di libertà vigilata per banda armata, associazione con finalità di terrorismo, concorso in violenza privata aggravata, concorso in falso in atti pubblici e altri reati. Tra i vari delitti per i quali risulta condannato figura anche il tentato omicidio del vice dirigente della Digos di Roma, Nicola Simone (gennaio 1982), nel corso del quale rimase a sua volta ferito all'avambraccio destro.

Enzo Calvitti. Nato a Mafalda (Campobasso) il 17 febbraio 1955, appartenente alle Br deve scontare 18 anni, 7 mesi e 25 giorni e 4 anni di libertà vigilata per i reati di associazione sovversiva, banda armata, associazione con finalità di terrorismo, ricettazione di armi. La sentenza della Corte d'appello di Roma è diventata esecutiva nel settembre 1992.

Roberta Cappelli. Nata a Roma, il 5 ottobre del 1955, ha una condanna all'ergastolo con l'isolamento diurno di un anno per associazione con finalità di terrorismo, concorso in rapina aggravata, concorso in omicidio aggravato, attentato all'incolumità e altro. Tra gli altri reati, risulta responsabile degli omicidi del generale dei carabinieri Paolo Galvaligi (31 dicembre 1980), dell'agente di polizia Michele Granato (9 novembre 1979), del vice questore Sebastiano Vinci (19 giugno 1981) e del ferimento del segretario della sezione Dc di San Basilio a Roma Domenico Gallucci (17 maggio 1980) e del vicequestore Nicola Simone.

Narciso Manenti. Nato a Telgate (Bergamo) il 22 novembre 1957, membro dei "Nuclei armati contropotere territoriale", ha una condanna all'ergastolo per l'omicidio aggravato dell'appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri, assassinato a Bergamo il 13 marzo 1979. Deve espiare anche 2 anni e sei mesi per ricettazione e porto abusivo di armi e 3 anni e sei mesi per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata Nuclei Armati Contropotere Territoriale.

Marina Petrella. Nata a Roma il 23 agosto 1954, Br, deve scontare l'ergastolo con isolamento diurno di sei mesi per omicidio. In particolare, è stata condannata per l'omicidio del generale Galvaligi, il sequestro del giudice Giovanni D'Urso (12 dicembre 198), l'attentato al vice questore Simone e il sequestro dell'assessore regionale della Dc Ciro Cirillo (27 aprile 1981 a Torre Annunziata) con l'uccisione dei due agenti della scorta.

Giorgio Pietrostefani. Nato a L'Aquila il 10 novembre 1943, militante di Lotta Continua, è gravato da un ordine di esecuzione pena emesso nel luglio 2008 dalla procura di Milano (14 anni, 2 mesi e 11 giorni) per l'omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi, avvenuto il 17 maggio 1972 a Milano.

Sergio Tornaghi. Nato a Milano il 24 marzo 1958, Br, deve scontare l'ergastolo per partecipazione a banda armata, propaganda ed apologia sovversiva, pubblica istigazione, attentato per finalità di terrorismo e di eversione, detenzione e porto illegale di armi e violenza privata. Tra i reati per i quali è stato condannato figura l'omicidio del direttore generale della "Marelli" di Sesto San Giovanni, Renato Briano.




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