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Rifiuti: in Italia cresce la differenziata, il 39% è organico

21 dic 2021
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Mentre a San Marino la raccolta differenziata dei rifiuti rimane ferma al 50%, come dichiarato la scorsa settimana dal segretario Stefano Canti, in Italia subisce una, seppur limitata, crescita: +1,8 percento a livello nazionale. Nel 2020 si attesta così al 63%, ma con differenza sostanziali tra Nord (70,8%), Centro (59,2%) e Mezzogiorno (53,6%), come emerge dal Rapporto Rifiuti Urbani Ispra 2021. Sul Titano il prossimo obiettivo è quello di potenziare gli impianti di compostaggio per trattare in territorio il rifiuto umido, arrivando a coprire così la gestione interna del 50% dei rifiuti prodotti.

Nove regioni hanno superato o raggiunto l'obiettivo del 65%: Veneto (76,1%), Sardegna (74,5%), Lombardia (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Emilia Romagna (72,2%), Marche (71,6%), Friuli Venezia Giulia (68%), Umbria (66,2%) e Abruzzo (65%). Vicine Piemonte, Valle d'Aosta, Toscana. Sotto il 50% solo la Sicilia (42,3%), che però cresce di 3,8 punti rispetto al 2019.

Treviso è il capoluogo che differenzia di più (87,5%), poi Ferrara (87,3%) e Pordenone (87,2%). Tra le grandi città, livelli più alti per Parma, Venezia e Milano (82,7%, 66% e 62,7%) seguite da Padova e Bologna. Roma, con un calo di 1,5 punti, si colloca al 43,8%.

L'organico, o umido, rappresenta la maggior parte dei rifiuti differenziati, con il 39,3%, in rialzo rispetto all'anno precedente. Carta e cartone rappresentano il 19,2% del totale, seguiti dal vetro con il 12,2%. In coda la plastica (8,6%), che però è quella per cui i quantitativi raccolti sono cresciuti di più: 4,4%, pari a quasi 1,6 milioni di tonnellate. Il 95% dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato è costituito da imballaggi che raggiungono gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025, ad eccezione della plastica.

Il 20% dei rifiuti urbani è smaltito in discarica (-7,4% rispetto al 2019). Al Sud la diminuzione è del 9,1%, -8,3% al Centro, di pari passo con il miglioramento della differenziata. Secondo Ispra, nell'ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 56%. Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito: anche questo dato è in calo, -3,6 rispetto al 2019.

Ogni cittadino italiano produce 488kg di rifiuti all'anno. Il valore più alto in Emilia-Romagna, con 640kg pro capite (anche se in calo del 3,9%), seguita da Valle d'Aosta, Toscana, Liguria, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia e Lazio, tutte sopra la media nazionale. Più bassa la produzione in Basilicata, Molise e Calabria. Le tre province che producono più rifiuti urbani si trovano in Emilia Romagna: Reggio Emilia (775 kg pro capite l'anno) Ravenna (702kg) e Rimini (695 kg). Le province con i più bassi valori sono invece tutte al Sud: Potenza (325 kg), Enna (327 kg) e Reggio di Calabria (340 kg).




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