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CGG: all'attenzione dell'Aula la relazione della Commissione Antimafia

1 mar 2022
CGG: all'attenzione dell'Aula la relazione della Commissione Antimafia

I lavori sono ripresi nel pomeriggio, con l'Istanza che sollecita la riqualificazione urbanistica del centro storico di Borgo. Apprezzamento bipartisan per la proposta, approvata con voto unanime. Infine l'ultima Istanza d'Arengo, quella “per la modifica della normativa sammarinese che regola la rete sentieristica della Repubblica di San Marino, per la valutazione di una proposta per un sistema di segnaletica per la rete ciclabile e di percorsi dedicati al cicloescursionista”. Espresso parere sfavorevole, dal Segretario Canti. Vladimiro Selva, Libera, ha sottolineato come nella proposta siano indicate una serie di indicazioni tecniche, e che possa essere accolta come stimolo per gli uffici competenti; anche se vi sono aspetti da approfondire ulteriormente. Il vero punto di questa legge è la dichiarazione di pubblica utilità della rete sentieristica indipendentemente dalle proprietà, ha sottolineato Filippo Tamagnini, PDCS. L'Istanza è stata infine respinta.



Si è poi passati alla lettura – da parte del Presidente Pasquale Valentini - della relazione della Commissione per il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata. Il lavoro si è concentrato sulla verifica – tramite una serie di audizioni - della filiera dei sistemi di controllo, ha spiegato. Il fenomeno delle infiltrazioni malavitose – è stato detto - viene sempre più assumendo la forma di una interazione con il sistema socio-economico. Vi è stato poi un confronto, sugli interventi suggeriti, anche con l'omologa Commissione italiana. Diverse attività di indagine nell'ultimo decennio hanno confermato tentativi di avvicinamento ad attività di San Marino da parte di singoli esponenti di organizzazioni di tipo mafioso, interessati ad occultare patrimoni di provenienza illecita. Nel recente passato tutto ciò è stato favorito da opacità del sistema bancario e società anonime. Ma il successivo adeguamento normativo ha avuto una funzione deterrente nei confronti di tali operazioni schermate. Ma in alcuni casi è necessaria un'azione sinergica delle istituzioni preposte: dai corpi di polizia, all'AIF a BCSM. Le società, è stato aggiunto, sono veicoli tramite cui possono avvenire sia operazioni di riciclaggio sia altre operazioni illecite. Da qui la richiesta della massima attenzione nel rilascio delle licenze e implementare il quadro normativo ed organizzativo. Registrate, appunto, nel corso dei lavori della Commissione, alcune lacune normative; sollecitate regole più precise nell'ambito della confisca. Ritenuta opportuna, inoltre, una maggiore integrazione con le autorità internazionali, così come un'implementazione di una formazione mirata degli operatori di Polizia. Le società illecite – è stato detto - sono transfrontaliere, non è un fenomeno circoscritto. Necessaria anche un'integrazione numerica del personale dedicato sia alla prevenzione che alla repressione.

La Commissione ha suggerito infine al Consiglio e al Congresso di istituire appositi gruppi di lavoro in questo ambito. Concetti ribaditi nell'intervento di Guerrino Zanotti, Libera. E' intervenuto poi il Segretario di Stato Fabio Righi, che ha sottolineato l'importanza delle attività di controllo delle attività economiche, ricordando come sia in atto un lavoro ad hoc da parte della Segreteria Industria. Ha parlato infatti delle attuali problematiche, determinate anche dalla stratificazione normativa. Da qui la necessità di un riordino di tutte le leggi in ambito economico da cui dipendono i procedimenti amministrativi. E' un lavoro in corso, ha chiarito; piena disponibilità ad approfondirlo insieme. La crescita – ha osservato Stefano Giulianelli, PDCS - deve essere sana, incardinata su presupposti di vigilanza coerenti con standard internazionali da recepire nell'ambito della nostra normativa antiriciclaggio. La svolta all'interno dei lavori della Commissione – ha detto Luca Boschi, Libera - si è avuta con l'audizione del Dirigente del Tribunale Canzio che ha posto l'attenzione sui punti di debolezza del nostro Paese nell'affrontare le associazioni criminali. Due i punti sui quali riflettere: la legislatura antiriciclaggio, per evitare un vulnus normativo dopo l'ultima sentenza del Collegio Garante; e un chiaro orientamento politico per poter affrontare le varie situazioni. Giovanni Zonzini, RETE, si è soffermato sul tema della condivisione delle informazioni; il nostro Paese – ha detto - non può continuare ad essere completamene inerme, l'intelligence deve essere tenuta in considerazione anche da un Piccolo Paese come San Marino. Da qui la proposta di riflettere sulla necessità di istituire un corpo che garantisca la raccolta ricerca di informazioni utili alla tutela del Paese. Lavoro importante - ha detto Andrea Zafferani, RF – quello della Commissione antimafia. Solo se c'è condivisione di informazioni, strumenti e capacità si può fermare sul nascere un fenomeno distorsivo, ha sottolineato. Sollecitato anche un reale utilizzo delle intercettazioni telefoniche, da qui la necessità di accordi con l'Italia, per non dover necessariamente procedere tramite rogatoria. E poi la richiesta di un adeguato budget per queste attività. Saranno molto utili le osservazioni fatte, ha dichiarato dal canto suo Pasquale Valentini. L'esigenza che dobbiamo condividere – ha detto - è che il nostro sistema cerchi di eliminare il più possibile gli spazi di vulnerabilità. C'è bisogno della condivisione delle informazioni, del lavoro, per adottare le necessarie decisioni. La prima intelligence che dobbiamo mettere in piedi è la trasparenza delle azioni. Necessaria anche una capillare sensibilizzazione fra gli operatori economici. Abbiamo bisogno di un mandato forte del Consiglio, ha concluso Valentini. Le problematiche sollevate nel 2014 sono quasi le stesse, ha osservato Matteo Zeppa, RETE. San Marino non ha anticorpi, e non li ha neppure cercati. Ancora oggi emerge la non attuazione delle intercettazioni telefoniche: c'è la normativa ma non è attuata. E non è mancato, per evidenziare i rischi, un complesso quadro dei vari gruppi criminali che operano nell'area. La DIA stessa – ha rimarcato - solleva la forte infiltrazione nel tessuto del gaming, utilizzato come strumento del riciclaggio specie in questo periodo di crisi indotta dalla pandemia. Sottolineato, da tutti i membri della Commissione, il proficuo lavoro svolto all'interno dell'organismo.





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