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La Germania punta più decisamente a destra

28 set 2009
“Il popolo tedesco ha premiato la politica della Merkel basata sui grandi ideali del Popolarismo Europeo che ha permesso alla Germania di crescere anche in difficilissime condizioni di congiuntura economica e finanziaria e continuare ad esser un sicuro punto di riferimento tra le politiche tese a costruire un’Europa forte e coesa”. E’ il testo telegramma di felicitazioni inviato dagli EpS al Cancelliere della Repubblica Federale Tedesca e Leader della Coalizione Cdu/Csu. Il primo messaggio inviato da una forza politica sammarinese di Governo all’indomani del voto che ha decretato la netta vittoria del centro-destra in Germania e confermato la leadership di Angela Merkel che può contare sull’alleanza Cdu-Csu-Fdp. 332 seggi al Bundestag, su un totale di 622. Una vittoria guadagnata grazie ai liberali, che hanno raccolto il 14,6% dei voti, mentre ai democristiani è andato il 33,8%. Ma al di là delle cifre il risultato solleva i primi interrogativi sul futuro rapporto di forza tra due partiti e in Germania i primi commenti sottolineano le differenze tra la Cdu e l'Fdp, che fatto campagna con l'obiettivo di governare insieme. La nuova maggioranza ha promesso tagli fiscali, misure a favore delle imprese e una revisione parziale della scelta di chiudere le centrali nucleari entro il 2020. Ma il quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, sottolinea che il partito democristiano in questi anni si è spostato verso il centro della scena politica partecipando a "una socialdemocratizzazione del paese" mentre l’Fdp è rimasto su posizioni liberali, soprattutto per le regole del mercato del lavoro. Il quotidiano elenca anche le questioni aperte che il nuovo governo dovrà affrontare e risolvere, ad iniziare dal brusco calo della produzione che ha evidenziato come la Germania abbia sofferto più altri paesi per la recessione mondiale anche per il debole modello economico, tutto rivolto alle esportazioni. La nuova maggioranza poi dovrà ridurre il debito pubblico, ormai previsto intorno all'80% del Pil nel 2010, pur mantenendo la promessa di tagli fiscali.

Myriam Simoncini

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