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Intesa per il Paese: ultima sessione consigliare, nulla di concreto

16 mar 2014
Intesa per il Paese: ultima sessione consigliare, nulla di concreto
Intesa per il Paese: ultima sessione consigliare, nulla di concreto
Cosa rimane, di concreto, al termine di questa sessione consigliare? Purtroppo poco. È questo il giudizio, segnato da scoramento e stizza, che tantissimi cittadini hanno espresso dopo una settimana di lavori consiliari. La "diretta radio" sta divenendo, sempre più, una cassa di risonanza dell'inefficacia politica. Non per l'impegno istituzionale che obbliga l'aula ad affrontare numerosi dibattiti sulle istanze d'Arengo. Ma per la mancanza di concretezza. L'epilogo del Decreto Sviluppo rappresenta la (in)degna e plastica sintesi di questo vuoto. È da questo dato di fatto che la maggioranza dovrebbe partire per fare una riflessione seria e credibile. Allargando il proprio orizzonte all'intera aula consiliare. Le accuse di ostruzionismo rivolte alla minoranza unite alle dissertazioni sulle disfunzioni dell'attuale regolamento consiliare servono a poco se non a mettere una toppa ad un ennesimo rattoppo. D'altronde chi dirige i lavori consiliari, dal punto di vista della definizione degli argomenti da sottoporre all'attenzione dell'aula, ha questo onere. Onere a carico della maggioranza. Intanto si prospetta una fase vivace e, nel contempo, assai delicata. Le dimissioni del Segretario Fiorini aprono, infatti, una partita i cui tempi ed esiti sono del tutto incerti. Difficile parlare di mero rimpasto, perché così non è. Non si tratta di un semplice cambio. Si ha come l'impressione che l'approdo finale sia del tutto oscuro. Non a caso le "bocche cucite" dei notabili della maggioranza - su questo aspetto - fanno molto rumore e lasciano trasparire incertezze, veti e la messa in discussione di posizioni (o deleghe) strategiche. Si sa dove si parte ma non si sa dove si andrà a parare. In attesa che la trama si chiarisca che cosa, per tornare al nostro interrogativo originario, rimane di concreto? Giorni fa gli industriali hanno - con una nota - denunciato la mancanza di una cabina di regia. Dopo l'esclusione dalla black list italiana si sarebbe dovuta aprire una nuova fase in cui mettere al centro sviluppo, liberalizzazioni, riforme, un forte dibattito sul negoziato con l'Europa e scelte coraggiose non sempre coincidenti con tagli. Probabilmente ci troviamo di fronte ad una fase politica di passaggio. In cui le diverse culture politiche - specialmente quelle più sedimentate – sono messe seriamente alla prova rispetto ai propri errori ma soprattutto per dimostrare di saper dettare i tempi. Nonostante la blindatura garantita dalla legge elettorale il rischio, molto alto, è però che l'orologio dei giorni nostri sia sincronizzato su tempi ed orari diversi.

Comunicato stampa Partito Socialista - Unione per la Repubblica

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