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Libera circolazione delle persone, dibattito aperto da tempo

6 feb 2009
Dogana Svizzera
Dogana Svizzera
Cittadini svizzeri alle urne per pronunciarsi sulla libera circolazione delle persone, dunque con i principi del trattato di Schengen. Si celebrerà domenica il referendum voluto per confermare gli accordi bilaterali con l’Unione Europea ed estenderli ai due nuovi membri, Bulgaria e Romania. In gioco c'è tutto l'impianto degli accordi firmati tra Bruxelles e Berna.
Un eventuale "no" infatti comporterebbe l'applicazione della cosiddetta "clausola ghigliottina", che farebbe annullare tutti gli altri sei accordi firmati dieci anni fa. Secondo gli ultimi sondaggi i fautori del sì sarebbero il 50%, mentre i contrari il 43% e gli indecisi il 7%. L'esito è legato al comportamento degli indecisi ma anche dal numero dei votanti che, raramente, in Svizzera supera il 50%.
Un tema, quello della libera circolazione, che ha un peso anche nel dibattito da tempo aperto a San Marino sul rapporto con l’Unione Europea. Se l’adesione divide le forze politiche, su questo argomento si può parlare di formale condivisione fra le due coalizioni. Mario Venturini, leader di Alleanza Popolare ricorda che da tempo le forze politiche sono concordi sulla necessità di prevedere, per San Marino, specifiche deroghe in materia di libera circolazione. “Nella consapevolezza – aggiunge – delle dimensioni territoriali del nostro Stato. Del resto – spiega Venturini – siamo sempre stati attenti a non allargare troppo gli ingressi e alla massima protezione dei residenti. Anche i fautori della concessione di residenze prevedevano un numero contenuto e ben controllato. Siamo tutti coscienti – conclude - che un’equiparazione agli altri stati non è possibile”.
Fiorenzo Stolfi, a nome del Partito dei Socialisti e Democratici, conferma che per San Marino non sarebbe accettabile una libera circolazione senza limiti e regole. “Il dibattito – evidenzia – è ancora aperto ma siamo tutti convinti che San Marino dovrebbe chiedere precise deroghe. Noi sosteniamo di non poter restare un Paese chiuso, arroccato su sé stesso, ma certo all’interno di regole rigide, dove eventuali residenze andrebbero centellinate e contingentate. Quella di San Marino – conclude – deve essere una scelta ponderata in base alle reali esigenze del Paese”.

Sergio Barducci

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