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Libera tira dritto: “Lista con il Ps e coalizione con il Psd". Ar: "Nuova fase, serve maggioranza forte"

Nelle scorse ore proprio il Psd aveva messo il partito guidato da Ciacci di fronte a una scelta: grande coalizione o lista unica di centro-sinistra

di Mauro Torresi
6 apr 2024

Dopo l'aut aut del Psd, Libera tira dritto e non cambia l'impostazione con cui candidarsi alle elezioni. “Lo faremo in lista con il Partito Socialista e in coalizione con il Psd”. A ribadirlo è il segretario Matteo Ciacci. Venerdì i socialisti e democratici avevano messo l'alleato di fronte a una scelta: grossa coalizione con, all'interno, Democrazia Cristiana e Alleanza Riformista oppure lista unica con le forze di centro-sinistra, con l'invito - rivolto al partito guidato da Ciacci - a “sciogliere le riserve”. Al momento, dunque, da Libera un “no” alla grande coalizione.

Ma, nonostante le posizioni differenti, entrambi i partiti lasciano la porta aperta: se i socialisti e democratici hanno di recente ribadito l'importanza del progetto futuro con Libera, quest'ultima ricorda l'obiettivo dell'aggregazione dell'area riformista. “Prendo atto della posizione del Psd - commenta Ciacci – e andiamo avanti con coerenza nel progetto al quale lavoriamo da anni. Dobbiamo confrontarci sui programmi con serenità e risolvere le grandi questioni: debito da ridurre, accordo con l'Ue, sanità, territorio”.

Intanto, è un susseguirsi di incontri tra forze politiche, anche di colori diversi. Nelle ultime ore Libera ha incontrato la Democrazia Cristiana – che sta portando avanti un dialogo con vari partiti alla ricerca di potenziali intese – e tenuto contatti informali anche con ex alleati di Governo. 

In uno scenario fluido interviene Alleanza Riformista che, tra le righe, promuove l'idea della grande convergenza. La proposta, scrive, “non nasce da una sconfitta della politica”. E' la mancanza di unità, sottolinea invece Ar, a rappresentare la “vera sconfitta”. L'obiettivo è un “governo politico appoggiato da una maggioranza forte e unita nella profonda condivisione dei programmi”, prosegue, nel segno della “trasparenza” verso gli elettori. L'accordo con l'Ue, rimarca Ar, deve essere supportato da una “solida base politica e consiliare”.





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