Logo San Marino RTV

Pini: "La Repubblica del Titano non è un paradiso fiscale”

1 set 2010
Pini: "La Repubblica del Titano non è un paradiso fiscale"
Pini: "La Repubblica del Titano non è un paradiso fiscale"
Non facciamoci nemici a gratis, avverte Gianluca Pini dalle pagine della Stampa. Voglio ricordare che San Marino non è più un paradiso fiscale tipo Montecarlo, negli ultimi anni ha sempre risposto alle rogatorie internazionali, il recente maxi recupero da un miliardo di euro è stato possibile grazie a controlli in cui Guardia di Finanza e autorità del Titano hanno collaborato, ma soprattutto è un partner commerciale fondamentale per la Romagna, con migliaia di frontalieri e un interscambio da 10 miliardi. E poi, sul fronte diplomatico, ricorda che su Expo 2015, senza il pressing di San Marino, capofila dei paesi più piccoli, Milano non avrebbe mai battuto Smirne. L’articolo ricorda che il contenzioso Italia-San Marino nasce dal mancato rinnovo dei trattati bilaterali in materia economica, finanziaria e valutaria. Tremonti aveva già predisposto una bozza che rivisitava i bilaterali del 1991, ma la Repubblica nel 2005 rifiuta di firmarli. «Dando l`impressione di voler rimanere uno stato offshore quando non lo è più da tempo», precisa Pini. Al Meeting di Cl, il Segretario di Stato per l`Industria, Marco Arzilli, ha ribadito la volontà di superare lo status inveterato di covo degli evasori italiani. Di più: «siamo disponibili a rompere il tabù dello scambio di informazioni bancarie, vogliamo collaborare con Bankitalia. La linea della trasparenza è ormai riconosciuta da più livelli», ha spiegato Arzilli. Ma abbiamo bisogno di firmare gli accordi con l`Italia e di uscire dalla black list in cui ci ha appena messo Tremonti che ci fa perdere pezzi di economia sana e lavoratori. Soprattutto quei frontalieri romagnoli che ogni mattina salgono a lavorare sul Titano, di qui la battaglia del Carroccio. «Tremonti -racconta Pini- sembra scordarsi che la prima azienda locale è proprio San Marino, dove ci lavorano oltre 7mila romagnoli costretti peraltro dal primo luglio a farsi accreditare lo stipendio su un conto corrente in territorio italiano, facendo saltare la no tax area sulla doppia imposizione». Dal Ministero dicono che ci sarà presto un chiarimento, nel frattempo la confusione monta. «Un terrorismo psicologico che scoraggia gli investitori sammarinesi in Italia» incentivando la fuga di capitali. «So che cerano imprenditori del Titano interessati a sviluppare attività logistico-portuali a Ravenna e progetti energetici in Romagna, ma stanno fuggendo», ammette Pini. Intendiamoci: «il contrasto allevasione di Tremonti è sacrosanto, ma non capisco perché non si arrivi in fretta a firmare i bilaterali. In fondo, lo si è fatto pure con la Libia sugli sbarchi...»

Riproduzione riservata ©