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Applausi, cori e lacrime per l'addio a Sinisa

Oltre 2000 persone a Roma al funerale di Mihajlovic

di Roberto Chiesa
19 dic 2022

Il "guerriero fragile riposa". Salutato dai tanti che hanno voluto esserci, tanti fino a paralizzare il centro di Roma. C'erano i colleghi di campo, di vita, istituzioni, personalità e gente comune. Le squadre al completo (come il Bologna) o in delegazione e poi volti noti e compagni di viaggio. Il ministro Abodi, il Presidente Gravina e poi pescando nel mucchio tanta Lazio con Peruzzi, Marchegiani, Mancini, tanta Roma con Totti, De Rossi e Bruno Conti. E Gigio Dommarumma commosso come Gianni Morandi, Serse Cosmi e l'aquila Olimpia. E' un fischio finale che fa malissimo perché non doveva finire adesso né finire così. Avrebbe vinto la morte -rubando dall'omelia del Cardinal Zuppi- non fosse il secondo tempo della vita. Esce il feretro scortato dagli amici della prima e dell'ultima ora. I ragazzi della Stella Rossa dove tutto è cominciato fino agli ultimi anni tribolati. Ma pieni di speranza e di vita, di ottimismo e di voglia di lottare. E tutti quelli a cui almeno una volta ha detto di non abbattersi e tutti quelli che almeno una volta l'hanno portato ad esempio. Un funerale intimo eppure in diretta tv. Sinisa era della gente anche nella scelta della famiglia di non chiudere la chiesa di Santa Maria degli Angeli e non vietare le telecamere. Non c'è vergogna nel passaggio, specie dopo aver lottato come leoni. Anche le battaglie impossibili lasciano in chi resta una montagna di esempi e in chi va l'onore di un applauso.





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