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MotoGP: Marquez cade, Lorenzo riapre il mondiale

27 set 2015
MotoGP: Marquez cade, Lorenzo riapre il mondiale
MotoGP: Marquez cade, Lorenzo riapre il mondiale
La scheggia impazzita doveva essere Marquez e in un certo qual modo lo è stato: la caduta del catalano sul circuito di casa dopo appena tre giri ha di fatto spianato la strada al quarto successo stagionale di Jorge Lorenzo, che trova in Dani Pedrosa un inaspettato alleato nella sua opera di smantellamento del vantaggio iridato di Valentino Rossi, che col terzo posto di oggi mantiene la vetta della classifica ma con sole 14 lunghezze di vantaggio sul maiorchino e quattro GP alla conclusione.
Per Lorenzo la sessantesima vittoria in carriera si materializza allo spegnimento dei semafori, quando una partenza perfetta gli ha permesso di lasciarsi alle spalle l'unico rivale odierno, stando al passo ostentato in qualifica. Marquez – nella smania di recuperare su Iannone – è finito per cadere andando incontro al secondo ritiro consecutivo ad Aragon e quinto stagionale, suo record negativo in un mondiale.
Con Lorenzo in fuga e irraggiungibile, il GP di Aragona è nella sfida per la piazza d'onore tra Rossi e Pedrosa, un confronto fatto di sorpassi e staccate da infarto che han finito per premiare l'iberico, tornato grande o forse semplicemente mai diventato brocco. Mondiale riaperto, fosse mai stato chiuso.

Definizione molto più aderente alla stagione di Moto2, dove Zarco si è accontentato di un pomeriggio interlocutorio forte dell'incolmabile vantaggio nei confronti di Rabat e Rins, che in quest'ordine e a distanza di 96 millesimi, si sono presentati sotto la bandiera a scacchi. A podio anche Lowes, mentre Corsi scivola al nono posto dopo una qualifica più che incoraggiante. Zarco sempre più leader, chiude sesto e vede ad un passo il mondiale di categoria.

Ambizione ormai sfumata per Enea Bastianini, aggrappatosi all'aritmetica e ad un periodo di straordinaria forma, che ad Aragon non è stata sufficiente per reggere l'urto del contatto con Binder, che ha costretto entrambi al ritiro. Un vero peccato, considerando che di lì a un paio di curve anche Danny Kent è franato a terra, col podio ormai in tasca. Restano quindi 55 i punti di differenza tra i due, ma con soli 100 restati sul piatto. Rimonta da utopica ad impossibile, ma la matematica ancora non condanna la Bestia.

LP

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