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Nuvolari, dopo 60 anni la leggenda continua

11 ago 2013
Nuvolari, dopo 60 anni la leggenda continua
Nuvolari, dopo 60 anni la leggenda continua
“Il più grande corridore del passato, del presente e del futuro“, diceva di lui Ferdinand Porsche.
Una vita, la sua, iniziata di corsa. Nato nel 1892 da padre ciclista, durante la prima guerra mondiale guidava già le auto, anche se per l’Esercito: era autiere, un soldato destinato al trasporto truppe e merci. In pieno conflitto bellico, nel 1917, sposa Carolina Perina dopo aver compiuto una scappatella, fatto che all’epoca veniva considerato scandaloso.
A 27 anni, ottenne la licenza di pilota, anche se di moto: conobbe Enzo Ferrari, che non aveva ancora fondato la Rossa, ma era pilota, e piano piano si avvicinò al mondo delle auto.
Nel 1932, Nuvolari era già famoso in tutta Italia, tanto che perfino Gabriele D’Annunzio lo invitò al Vittoriale per regalargli una tartaruga d’oro con dedica: “All’uomo più veloce, l’animale più lento”.
Una carriera di trionfi ed una vita funestata dalle sciagure: il primo figlio, Giorgio Nuvolari, appena diciottenne, viene colpito da miocardite e muore. Qualche anno dopo, Alberto, il secondogenito, viene colpito da nefrite e muore come il fratello. Per Nuvolari, lo strazio è tremendo. Ufficialmente non si è mai ritirato, ma a poco a poco scompare di scena. Però non demorde: il 10 aprile 1950, a 58 anni gareggia come se ne avesse 20 e vince. Ma sarà l’ultima vittoria. Due anni dopo venne colpito da un ictus che è il preludio della fine che arriva un anno dopo, era l’11 agosto del 1953.

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