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Ictus: ecco come fare per riconoscerlo rapidamente, ma 9 casi su 10 si possono prevenire

Secondo un'indagine globale, una persona su quattro sopra i 25 anni rischia di avere un ictus nel corso della vita: ecco le risposte e i dati del Ministero della Salute Italiano

di Silvia Fabbri
11 nov 2023
Ictus, 9 attacchi su 10 evitabili grazie allo stile di vita. Ecco come riconoscerlo rapidamente
Ictus, 9 attacchi su 10 evitabili grazie allo stile di vita. Ecco come riconoscerlo rapidamente

Il 29 ottobre si è celebrata in tutto il mondo la “Giornata dell'Ictus” (World Stroke Day). IMinistero della Salute Italiano si è impegnato a informare sull’importanza della prevenzione, sottolineando che - secondo una stima - il 90% degli ictus potrebbe essere evitato agendo sui principali fattori di rischio modificabili. L’ictus rappresenta un’importante problematica di salute pubblica per la sua diffusione nella popolazione e per la gravità delle conseguenze sulle persone colpite - afferma il Ministero -; comporta spesso un notevole coinvolgimento dei familiari del paziente e dei caregiver, con rilevanti costi economici e sociali. In Italia - ma anche in Europa e nel mondo - l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, ed è responsabile del 9-10% di tutti i decessi in Italia, rappresentando la prima causa di invalidità. Ogni anno si registrano nel Belpaese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Grazie al miglioramento dell’efficacia delle misure preventive, terapeutiche e assistenziali dell’ictus e dei correlati fattori di rischio, negli ultimi decenni si è osservata una progressiva riduzione dell’incidenza e della mortalità per malattie cerebrovascolari. Ecco alcuni dati e informazioni del Ministero della Salute Italiano su questa patologia:

Cosa è l'ictus?
L' ictus (termine latino che letteralmente significa “colpo”, in inglese stroke) è una malattia cerebrovascolare acuta causata dall’improvvisa chiusura - da parte di un trombo o di un embolo - oppure dalla rottura di un vaso sanguigno che irrora l’encefalo. Nel primo caso il danno cerebrale è provocato dalla carenza/mancanza di ossigeno e glucosio (zucchero) veicolati dal sangue alle cellule nervose (ictus ischemico o ischemia), nel secondo dalla fuoriuscita del sangue dal vaso (emorragia primaria o ictus emorragico). La mortalità per ictus è del 20-30% a 30 giorni dall’evento e del 40-50% a distanza di un anno, ed è maggiore nelle forme emorragiche rispetto a quelle ischemiche. Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi circa la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza.

Chi colpisce principalmente?
L'ictus è più frequente dopo i 55 anni, con una prevalenza che raddoppia successivamente ad ogni decade. Dopo i 65 anni l’aumento dell’incidenza è esponenziale: il 75% degli ictus si verifica nelle persone a partire da questa età. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%). Va tuttavia ricordato che nelle ultime decadi l’incidenza dell’ictus cerebrale si è ridotta in Italia e nei Paesi ad alto reddito, come ampiamente dimostrato dai dati epidemiologici.

Quali sono i campanelli d'allarme dell'ictus?
L’ictus cerebrale è caratterizzato dalla comparsa improvvisa di uno o più dei seguenti sintomi:

  1. deficit di motilità e forza, più o meno marcato e/o deficit sensitivi (formicolii, perdita di sensibilità) alla metà inferiore del viso, al braccio e/o alla gamba di un lato del corpo, con asimmetria della bocca (“bocca storta”, più evidente quando il paziente prova a sorridere) e/o incapacità di sollevare un braccio o di mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro e/o difficoltà a muovere una gamba;
  2. difficoltà nel parlare e/o nel comprendere il linguaggio altrui;
  3. disturbi visivi a uno o a entrambi gli occhi; 
  4. perdita di coordinazione dei movimenti, sensazione di vertigine, di sbandamento o caduta a terra;
  5. mal di testa molto forte e inconsueto.
  6. Nei casi più gravi può esservi un’alterazione dello stato di coscienza.

I test per riconoscere rapidamente l'ictus

Gli americani usano l’acronimo FAST per riconoscere i segni dell’ictus in modo rapido:

  • F (come Face: faccia): chiedere alla persona di sorridere e osservare se un angolo della bocca non si solleva o "cade" e la bocca appare “storta”;
  • A (come Arms: braccia): chiedere alla persona di alzare entrambe le braccia e osservare se presenta difficoltà/incapacità a sollevare un braccio o a mantenerlo alzato allo stesso livello dell’altro;
  • S (come Speech: linguaggio): chiedere alla persona di ripetere una frase semplice e valutare se il suo modo di parlare risulti strano (parole senza senso) o biascicato;
  • T (come Time: tempo): se è presente uno qualunque di questi segni, bisogna chiamare immediatamente i soccorsi per il trasporto in ospedale.

Cosa è il TIA, campanello d'allarme dell'ictus e perchè non va sottovalutato
 “TIA” è l’acronimo inglese di “Transient Ischemic Attack” - attacco ischemico transitorio - e sta a indicare l’improvvisa comparsa di segni e sintomi simili a quelli di un ictus ma di durata inferiore alle 24 ore. Il TIA deve essere considerato con la massima attenzione, perché può essere un campanello di allarme per un ictus vero e proprio: si manifesta, infatti, in circa un terzo dei soggetti che in seguito presentano un ictus ischemico. Inoltre, circa il 10% dei TIA recidiva a 5 anni.

Cosa fare in caso di comparsa di sintomi riferibili all'ictus o al TIA?
In caso di comparsa di sintomi riferibili all’ictus o al TIA è indispensabile chiamare subito i soccorsi per un trasporto urgente e diretto al Pronto Soccorso di un Ospedale ove si effettuano le cure specialistiche dedicate all’ictus (Centri Ictus o Stroke Unit). L’ictus cerebrale è una patologia “tempo-dipendente”: in corso di ischemia prima si interviene e più cellule cerebrali si possono salvare, consentendo una migliore ripresa dall’ictus. La massima efficacia dei trattamenti di riperfusione si ottiene se vengono intrapresi entro 4.5-6 ore dall’esordio dei sintomi. Pertanto è assolutamente necessario evitare di perdere tempo: non aspettare di vedere se i sintomi migliorano spontaneamente

I principali fattori di rischio 
I fattori di rischio non modificabili sono l'età (come ricordato sopra), sesso e predisposizione familiare. 9 episodi di ictus su 10 sono però evitabili intervenendo sui fattori di rischio modificabili. Fra questi:

  • il fumo;
  • la sedentarietà;
  • una scorretta alimentazione (non equilibrata e ipercalorica; ricca di grassi, zuccheri e sale; povera di frutta e verdure);
  • sovrappeso e obesità;
  • ipertensione arteriosa;
  • valori aumentati di colesterolo e/o di trigliceridi;
  • diabete mellito;
  • fibrillazione atriale;
  • cardiopatie e vasculopatie.

Come prevenirlo?
La prevenzione rappresenta l’arma più efficace per ridurre i casi di ictus e di altre malattie cardio-cerebrovascolari - ricorda il Ministero della Salute Italiano - e si basa essenzialmente su:

  • adozione e mantenimento di stili di vita salutari (non fumare e non consumare altri prodotti del tabacco; praticare regolarmente un’adeguata attività fisica; evitare il consumo rischioso e dannoso di alcol; seguire una sana alimentazione, varia ed equilibrata, prediligendo il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e pesce e limitando l’assunzione di sale, carne rossa, grassi di origine animale e zuccheri; mantenere un peso corporeo ottimale),
  • identificazione precoce e adeguata gestione di eventuali fattori che aumentano notevolmente il rischio di ictus, quali ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, fibrillazione atriale, cardiopatie e vasculopatie.

Per approfondire l'argomento, la puntata di giovedì 9 novembre di Khorakanè: in studio con Sara Bucci, per parlare di ictus, fra gli ospiti il Dg di San Marino Rtv Andrea Vianello, presidente di A.L.ICe (Associazione per la Lotta all'Ictus Cerebrale).








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