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Si conclude la Biennale Mediterranea 19: un successo per gli artisti, ma non sono mancate critiche

10 lug 2021

Tre giorni di appuntamenti, che hanno visto l'arte al centro delle vie del Titano. Nata nel 1985, l'edizione di quest'anno della Mediterranea è stata organizzata come una serie di seminari, seguendo metodi di insegnamento radicali e sperimentali contro vecchi formati artistici, curatoriali e di ricerca. Questa serie di incontri ha visto una buona risposta di pubblico, grazie anche alla stagione estiva in cui sono state allentate le restrizioni dovute al Covid. Proprio la pandemia, che ha costretto a un'attesa molto lunga, è stata un grande ostacolo per gli artisti, spiega Simone Frangi, uno dei curatori, ma la possibilità di poter finalmente organizzare questa manifestazione ha vinto su tutte le difficoltà. Una tre giorni di incontri all'aperto e al chiuso, occupando sedi come il Monastero di Santa Chiara, la Cava dei Balestrieri, il Teatro Titano e molti altri, in cui i partecipanti si sono confrontati, analizzando tramite la loro sensibilità la realtà di oggi del Mediterraneo: troppo spesso infatti, secondo i curatori, la prospettiva da cui guardiamo il Mediterraneo è falsata da pregiudizi eurocentrici, e l'obiettivo della manifestazione è stato proprio combattere questo, con buona partecipazione da parte del pubblico. Ma c'è anche chi si scaglia contro queste giornate: sono arrivate infatti contestazioni nei confronti delle immagini che l'artista Valerio Conti ha affisso ai lati della Superstrada, criticate per il loro contenuto, che ritraevano scene di rapporti omosessuali. Tra i critici anche don Gabriele Mangiarotti, secondo il quale queste immagini non avrebbero nulla di artistico, ma sarebbero solo di cattivo gusto. Né Conti né i curatori hanno ribattuto a queste dichiarazioni, ma hanno ribadito che il compito dell'arte è dare quanta più voce possibile a un discorso culturale: e forse, con quelle immagini, Conti voleva proprio scatenare una reazione di questo tipo, innescando la diatriba tra arte e buon costume che ha sempre accompagnato la storia.




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