Lunedì a Bruxelles i rappresentanti dei 27 dell'Unione Europea affronteranno la questione delle procedure di applicazione del memorandum siglato con la Tunisia che, grazie ai finanziamenti al regime di Saied, dovrebbe mettere in atto un aumento dei controlli costieri e rallentare le partenze dal nordafrica verso l'Italia.
Mentre sembra, così, prendere forma il piano in 10 punti annunciato nel corso della visita della Presidente della Commissione Europea a Lampedusa, proseguono i segnali di chiusura da parte dei singoli stati membri: la Francia oggi ha schierato forze antiterrorismo per blindare il confine con l'Italia e impedire il passaggio dei migranti in territorio francese.
Se sul tema migranti la politica europea è in stallo, quella del governo italiano è in difficoltà: la maggioranza registra profonde divisioni, alimentate da chi, come Salvini, tira bordate a Bruxelles, rendendo più difficile il compito del Presidente Meloni di mediare, nell'Unione, con i Paesi più ostili ad accogliere i migranti che sbarcano nella Penisola. In attesa dei nuovi negoziati con Bruxelles – il prossimo 6 ottobre si riuniranno i capi di Stato o di governo - Roma sta premendo per far tornare operativa l' “Operazione Sophia”, lanciata dall'Europa dal giugno 2015 al Marzo 2019 e mirata, oltre a pattugliare il mare, a individuare, catturare e distruggere le navi ed attrezzature utilizzate da contrabbandieri e trafficanti di migranti. L'operazione ha bisogno dell'ok de singoli stati dell'Unione.
Tempo stimato per i via libera politici e per rimettere in piedi una flotta interforze: almeno 6 mesi.
Antonello De Fortuna