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CGG: dibattito appassionato sull'Accordo; ok a OdG firmato da tutte le forze politiche tranne Gruppo Misto

19 gen 2024
CGG: dibattito appassionato sull'Accordo; ok a OdG firmato da tutte le forze politiche tranne Gruppo Misto

Lavori ripresi nel pomeriggio alla presenza di 41 Consiglieri. Al centro sempre il comma sull'Accordo di Associazione, che di fatto chiuderà la Sessione; con la possibile approvazione di un ordine del giorno finale che stabilisca una linea. Chiaro il Segretario agli Esteri - nel riferimento iniziale - nell'evidenziare il cambio di paradigma derivante dall'integrazione UE; con la possibile apertura di scenari inediti anche nei rapporti con l'Italia. Da qui una proposta: iniziare a lavorare su un documento programmatico, in vista della prossima Legislatura, per indicare a livello macro ciò che si intende ottenere con l'implementazione dell'Accordo. Approccio pragmatico, quello di Beccari; che non ha lesinato spiegazioni sul funzionamento dell'intesa.

Due i comitati congiunti: quello di associazione, che avrà una funzione politico-strategica, e quello “misto”: prettamente operativo. Oltre al previsto strumento di confronto parlamentare. Il testo integrale dell'Accordo non è ancora disponibile, ha puntualizzato il Segretario; si attende il via libera della Commissione UE. A disposizione dell'Aula, allora, in mattinata, un documento di sintesi con i punti salienti.

Milena Gasperoni, NPR, ha ringraziato Beccari per il lavoro svolto. Ha parlato di “risultato epocale”, che porrà San Marino “al riparo dall'isolamento internazionale”. “Non ho ancora sentito parlare di referendum, e questo mi fa molto piacere”. Si è poi soffermata su due aspetti: la consultazione preventiva da parte della Commissione UE e la clausola di salvaguardia generale. Francesca Civerchia, PDCS, ha sottolineato come intorno all'Accordo si sia fatta confusione, anche per ragioni politiche. Molti dossier sono rimasti invariati perché conclusi nel corso delle precedenti Legislature. Sarebbe auspicabile interrompere la campagna denigratoria che sta aleggiando intorno a questo tema. Solo con il testo definitivo ognuno potrà esprimere il proprio parere; in questa fase evitiamo di alimentare confusione gratuita. Chi non è d'accordo lo metta in chiaro ed esprima la sua visione di futuro per il Paese.

“Questo accordo è un'occasione unica”, e come tale “va sostenuto”. Michela Pelliccioni ha ribadito come DML non sia spaventato dai cambiamenti, ma “proiettato nel futuro”. L'Europa rappresenta un cambiamento epocale, ma la vera differenza la farà il lavoro programmatico da fare. Gli effetti dipendono esclusivamente da noi, dalla politica. Occorre partire dal sistema finanziario; un percorso che prevede un tempo di 15 anni. Dobbiamo fare i conti con la realtà che parla di patrimonializzazione. Sulla ratifica sarà necessario informare in modo costruttivo la cittadinanza, con il referendum o meno. L'Accordo è una realtà, ha sottolineato Pasquale Valentini; occorre utilizzarla al meglio. Credo che il dibattito di oggi debba concludersi con qualche decisione per dotare il Paese delle risorse per gestire l'Accordo. Sull'entrata in vigore le ipotesi sono sul gennaio 2025. Necessaria ora una divulgazione dell'Accordo ambito per ambito; con un dialogo continuo tra pubblico e privato.

Vladimiro Selva, Libera, si è unito al riconoscimento nei confronti di tutti coloro che, negli anni, si sono adoperati per giungere a questo risultato. Ricordata la genesi della scelta; a partire dal referendum sull'adesione che non raggiunse il quorum. Arrivati a questo punto il Paese ha fatto una scelta; necessario ora capire come mettere a sistema l'Accordo. Riproposta allora l'iniziativa della Commissione Mista “per cogliere le opportunità ed attenuare le criticità”. Giovanni Maria Zonzini, RETE, ha definito in parte condivisibili le preoccupazioni della cittadinanza; viste le variabili connesse a questo passaggio. Un intervento provocatorio, ha premesso. A suo avviso l'aspetto più preoccupante della libera circolazione riguarda le persone che potrebbero andarsene. Si è poi chiesto per quale motivo dovrebbero mantenersi privilegi per alcune categorie. Dobbiamo guardare al futuro con un approccio diverso, “dobbiamo mangiarlo il Mondo”. Questo accordo dovrebbe essere l'occasione per fare un salto culturale. “Non possiamo continuare a nasconderci dentro al confine: i problemi sono dentro, non fuori”.

Maria Luisa Berti, NPR, ritiene fondamentale una puntuale conoscenza del contenuto dell'accordo, per partire al più presto con una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza. E poi la capacità politica di mettere in primo piano gli interessi del Paese, adeguando l'apparato pubblico con una opportuna formazione. A suo avviso l'ipotesi di un referendum non dovrebbe spaventare; piuttosto è opportuna un'opera capillare di informazione. Non ho più sentito – ha dichiarato Alessandro Bevitori, Libera – il solito discorso “ci conviene o non ci conviene”. E' stato compreso come San Marino non sia davanti ad una scelta; ma debba necessariamente aprirsi all'integrazione europea. Dobbiamo fare un'opera di buona informazione rispetto alla cittadinanza; specie le parti sociali.

Alessandro Mancini, NPR, condivide la definizione di “momento storico” per il Paese. Pur non avendo ancora il testo integrale dell'accordo è necessario prepararsi ad un'implementazione efficace e concreta, ha rimarcato. Posto l'accento anche sulla cooperazione nella lotta alla criminalità finanziaria; oltre alla partecipazione di San Marino nei processi decisionali dell'UE. Paola Barbara Gozi, PDCS, ha ricordato le sfide che attendono i Piccoli Stati in un Mondo sempre più globalizzato. Rimarcata anche l'attività di divulgazione, i dibattiti, organizzati dalla Democrazia Cristiana; e l'impegno in questo senso del Segretario Beccari. Sottolineati anche gli esiti del sondaggio effettuato dall'università. Su un tema così delicato per il futuro del Paese non dovrebbero contare gli schieramenti, ha osservato Denise Bronzetti, NPR; che ha dichiarato di condividere il precedente intervento di Nicola Renzi. Si può concordare o meno su questo Accordo, si può avere timore degli impatti, ma oggi un'altra strada non l'abbiamo. Sono anni che questo Parlamento si è impegnato in un percorso che oggi è di Associazione. L'approccio giusto è scendere fra la gente cercando di spiegare le varie sfaccettature dell'Accordo. Tra le varie possibilità c'è anche la possibilità di tornare indietro, ha aggiunto. Qualora dovessimo accorgerci che questo Accordo non è “sopportabile” per la Repubblica è bene sapere che c'è anche una “via d'uscita”. Occorre stabilire una road map sin dalle prossime settimane perché sia possibile diramare una comunicazione univoca da parte del Consiglio, cercando di fugare le inevitabili paure.

E' intervenuto quindi il Segretario di Stato Marco Gatti; all'interno dell'UE sono fortemente cambiate le relazioni tra gli Stati, ha osservato. I vari Paesi si sono stretti più fortemente tra loro; e gli accordi bilaterali non sembrano più sufficienti. Oggi abbiamo un'economia che per necessità è conforme alle regole europee. Fondamentale in passato l'accordo di unione doganale; però le cose sono cambiate e oggi sempre più operatori hanno difficoltà ad operare in Europa perdendo competitività. Il vantaggio della leva fiscale è oggi sempre più secondario. Abbiamo bisogno di bacino di mercato; vi è dunque una necessità assoluta di essere maggiormente integrati. Quello di Associazione è il miglior accordo in questo determinato momento storico; anche perché tiene conto della proporzionalità con opportuni meccanismi di compensazione. Matteo Rossi, NPR, si è detto d'accordo nel porre l'accento sulla necessità di un cambiamento culturale a San Marino, ampliando gli orizzonti. “Le opportunità sono enormi”. 

Arriviamo molto tardi in un contesto non semplice, ha dichiarato Alessandro Rossi, Gruppo Misto; con una deriva che non corrisponde all'idealità dei padri fondatori dell'UE. Un approccio pienamente economicista. A suo avviso è necessario interrogarsi sulla sensibilità della cittadinanza riguardo a questo approccio. Occorre dare un'orizzonte alle prospettive che si pongono; facendo capire che si è parte di un percorso comune. Positivo per le imprese l'accesso al mercato unico. Gli elementi negativi sono invece rappresentati dalla difficoltà a gestire una complessità così ampia; vista la potenza di fuoco di soggetti che potrebbero insediarsi a San Marino. Altra difficoltà è in tema di autonomia politica. Non vi sono poi valutazioni strategiche sui vari aspetti del rapporto con l'UE. Continueremo a ribadire la possibilità di un referendum confermativo di iniziativa consiliare per avere la possibilità di un dialogo franco con i cittadini avendo la forza di affrontare questa sfida tutti insieme.

Il dialogo con l'UE – ha osservato Sara Conti, RF – è iniziato più di 10 anni fa; e vi hanno contribuito 4 Segretari di Stato. Anche Bruxelles si è dimostrata desiderosa politicamente di capire come integrare maggiormente i micro-Stati. “Il lavoro inizia ora”, il recepimento di tutta la parte normativa. Dopo conflitti tragici l'Europa ha deciso di porsi dei vicendevoli veti con l'unione d'intenti tra diverse Nazioni, ha ricordato Marco Nicolini, PDCS. Ha sottolineato poi quanto i vari trattati che si sono succeduti abbiano semplificato la vita ai cittadini dell'UE; effetto contrario, però, per i sammarinesi. Esiste però un sentimento anti-europeista; che necessita di rispetto e risposte. “Non credo sia assolutamente dovuto un referendum”.

Definite critiche propagandistiche quelle aventi ad oggetto il ritardo nella pubblicazione del testo dell'Accordo. Secondo Eva Guidi, Libera, la domanda non è “Europa si o Europa no”, ma “Europa quando ed Europa come”. Mirko Dolcini, Motus, ha apprezzato le rassicurazioni di Beccari sulla bontà dell'Accordo, che necessita tuttavia un'analisi, ha sottolineato. Ma per quale ragione non è stato sviscerato l'elemento referendario. Ha dunque spiegato la propria posizione: il referendum è sul podio dei temi più importanti. La logica è quella dell'Arengo dell'epoca passata. Sarebbe la scelta più democratica, perché la scelta di tutti. Lo fa Andorra, perché noi non dovremmo farlo? Ha parlato anche di conciliazione tra le posizioni di Libera e del PSD, ricordando precedenti prese di posizione. Personalmente si è detto favorevole all'Accordo, quantomeno per evitare l'isolamento; ma a suo avviso sarebbe più pericoloso l'isolamento della politica dalla popolazione. “La voce del popolo comanda”.

Paolo Rondelli, RETE, ha posto l'accento sulla necessità di un'informazione capillare della cittadinanza, predisponendo serate pubbliche. Si è detto poi contrario ad un referendum, perché si voterebbe di “pancia”. Luca Boschi, Libera, si è detto molto soddisfatto del dibattito odierno. Siamo quasi tutti d'accordo su ciò che c'è da fare. Siamo di fronte ad un libro bianco da scrivere. Gerardo Giovagnoli, NPR, ha sottolineato come sia indispensabile mantenere il dialogo tra forze politiche, nonostante si stia andando – pare – verso l'ordinaria amministrazione. Un invito poi a non strumentalizzare politicamente il tema in ottica elettorale. 

Manuel Ciavatta ha presentato un ordine del giorno non ancora firmato da tutte le forze ma che a suo avviso trova la “condivisione unanime dell'Aula”. Nel testo si prende atto della proposta di Luca Beccari di predisporre un documento programmatico e si da mandato al Segretario di Stato di proporre alla Commissione Esteri le linee guida della macro-implementazione dell'accordo affinché sia elaborato un documento da sottoporre al Consiglio e alle Commissioni congiunte. Si chiede poi di continuare il lavoro di condivisione anche all'interno della Commissione Mista e di condividere con la cittadinanza i contenuti dell'accordo non appena disponibili.

Forse non ci siamo ancora del tutto resi conto del quadro che si può sviluppare in termini di cambiamento virtuoso, ha rimarcato il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini. Nel testo dell'Accordo vede una molteplicità di elementi interessanti a livello di scenario. Vi saranno adempimenti, obblighi, ma “grandi opportunità” di cui il Paese aveva bisogno da tempo. Difficile, secondo Grazia Zafferani, Gruppo Misto, dirsi favorevoli senza aver letto il testo. “Ho bisogno di analizzare l'Accordo nella sua interezza”. Vorrei tanto che all'interno dell'odg che sta girando vi fosse un invito a muoversi con attenzione, consapevolezza e responsabilità. Denunciato infine un gap di trasparenza.

Lavori proseguiti poi con le repliche, in vista della votazione degli OdG. Avvenuta poco prima delle 20. Ritirato l'ordine del giorno di RETE, essendo stata trovata condivisione sulla proposta cui aveva dato lettura in precedenza Manuel Ciavatta, e firmata da tutte le forze ad eccezione del Gruppo Misto. 35 infine i voti favorevoli, 2 gli astenuti. Respinto invece l'OdG del Gruppo Misto sul referendum.





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